L’inatteso e l’improbabile
1.Cari fratelli e sorelle, in questo Santo Giorno recuperiamo la consapevolezza che è nato per noi un Salvatore! Lo avvertiamo. Tutto ci parla di un neonato singolare, unico. La nascita è un sempre evento gravido di speranza! E l’atmosfera di questo giorno profuma di speranza!
2. Ben sappiamo che gli eventi fondamentali di ogni uomo sono la nascita e la morte: eppure i maestri del pensiero hanno privilegiato il parlare della morte, da Socrate fin quasi ai giorni nostri. Difficilmente parlano della nascita come di una caratteristica strutturale e fondativa della persona umana. Bisogna attendere il pensiero femminile del Novecento –e come potrebbe essere diversamente – e incontrare donne come Hannah Arendt filosofa e politologa tedesca naturalizzata statunitense, una dei più influenti teorici politici del XX secolo e Marìa Zambrano, filosofa e saggista spagnola; due donne perseguitate e costrette all’esilio, per avere una filosofia della natalità, un pensiero della natalità. Ogni neonato, nel suo apparire “fra noi” e “qui” introduce qualcosa di radicalmente nuovo in un mondo già dato e configurato. Ogni neonato è un inizio e, con la sua unicità, può introdurre nella storia cose inedite, inaspettate, assolutamente imprevedibili. “Il fatto che l’uomo sia capace d’azione significa che da lui ci si può attendere l’inatteso, che è in grado di compiere ciò che è infinitamente improbabile” (HANNA ARENDT).