A cura degli Uffici diocesani per le missioni, la catechesi e la scuola, sabato 22 febbraio, alle ore 15:30, presso i locali del Seminario vescovile di Albenga, sarà proiettato il film, “Uomini di Dio”, sotto la guida della teologa, Mirella Susini, docente di dogmatica presso la pontificia università “Antonianum” di Roma. Oltre alla proiezione del film, la Susini presenterà due sue pubblicazioni, “Io vivo rischiando per te” e “Il dono che prende il corpo”, entrambe pubblicate dalle edizioni Dehoniane di Bologna. Con i due libri si potranno approfondire le varie tappe del doloroso martirio dei 19 martiri di Algeria e l’olocausto del trappista, Christophe Lebreton. Sono trascorsi quasi dieci anni dalla prima presentazione del film, definito dagli esperti come un capolavoro artistico, culturale e religioso. Una rappresentazione dall’alto contenuto sociale, dietro la quale si nasconde una profonda preparazione da parte degli attori, seguiti da un consulente monastico. Non a caso la pellicola ha vinto, il “Gran Prix Speciale della Giuria del 63° Festival di Cannes, ottenendo, insieme ad altre “nomination” il riconoscimento della Giuria Ecumenica. Diretto dal regista, Xavier Beauvois, il film racconta del martirio di otto monaci cistercensi di Tibhirine, un villaggio isolato nella zona montana dell’Algeria, dove i religiosi condividono le giornate con cattolici e musulmani in pace e fraternità. Distrugge questa oasi di calma l’assalto terroristico, che genera la violenza e il terrore tipico della guerra civile. I monaci devono decidere se ritornare in Francia, loro paese di origine, o se restare per continuare la propria missione a servizio della popolazione. Nonostante le gravi minacce di morte, essi scelgono di rimanere per amore di Cristo. La scelta condurrà i cistercensi al martirio, ad esclusione di uno, che non viene trovato nel suo nascondiglio. I martiri saranno in totale 19. L’iniziativa si presenta come un evento singolare con cui i tre uffici organizzatori intendono rispondere all’invito, di papa Francesco a rilanciare il “Patto educativo”. Porta infatti un prezioso contributo a causa dell’originalità e dell’impiego di valori capaci di coinvolgere la gente. Non per nulla il film gode di una singolare, riconosciuta attenzione artistica, trasmessa secondo i giusti canoni della testimonianza, comunicata con i criteri della fede.