Questa mattina, il Vicario giudiziale, can. Bruno Scarpino, su incarico del Vescovo S. E. Mons. Guglielmo Borghetti ha comunicato alla Diocesi quanto segue: “Da notizie pervenute e del tutto degne di fede, consta che il presbitero Giovanni Ferrando (nato a Rocca Grimalda – Alessandria – il 07 ottobre 1940, ordinato presbitero il 19 dicembre 1970, del clero della Diocesi di Albenga – Imperia, al presente abitante in quella di Acqui Terme), ha ricevuto la “ordinazione episcopale” in una comunità ecclesiale ortodossa appartenente ad un chiesa che non ha alcun legame con le Chiese Ortodosse con cui come cattolici intratteniamo un dialogo ufficiale e fraterno.
Si deve rilevare – con profondo rammarico – che don Giovanni Ferrando ha quindi operato una scelta che ferisce in modo gravissimo la sua comunione con la Chiesa cattolica.
Ne consegue, a norma del can. 1364 § 1 C.I.C. che lo stesso don Ferrando, in modo automatico, è incorso nella scomunica “latae sententiae” con tutte le relative conseguenze, ossia, d’ora innanzi, in particolare, gli è vietato:
- prendere parte in alcun modo come ministro alla celebrazione della santa Messa o qualsiasi altra cerimonia di culto cattolico;
- celebrare sacramenti e sacramentali e ricevere egli stesso i sacramenti della Chiesa;
- esercitare ogni ufficio, o ministero, o incarico ecclesiale, e compiere qualsivoglia atto di governo ecclesiastico.
Ne consegue ancora, a norma del can. 1044 § 1 C.I.C. che don Ferrando è divenuto ‘irregolare’ al riguardo dell’esercizio dell’Ordine sacro nella Chiesa cattolica.
Inoltre il Vescovo Borghetti, a tenore del combinato disposto dei cann. 1336 § 1 e 1364 § 2 C.I.C. ha decretato la privazione di qualsiasi diritto, privilegio, facoltà, grazia, titolo e insegna, anche solo di natura onorifica, che il predetto presbitero eventualmente detenga nell’ordinamento ecclesiale.
Altresì, il Vescovo, intende chiedere alla Santa Sede l’irrogazione della dimissione dallo stato clericale e la dispensa dai relativi impegni di don Ferrando.
Il vicario generale, mons. Ivo Raimondo ha inviato all’interessato una lettera il 20 luglio 2020, quale estremo appello affinché recedesse dall’atto preannunziato e, insieme, rendendolo edotto dell’automatica scomunica “latae sententiae” in cui sarebbe incorso.
Monsignor Guglielmo Borghetti, in quest’occasione, esorta tutti alla preghiera perché da quanto è accaduto, il Signore tragga comunque il bene per don Giovanni Ferrando e perché conceda, alla nostra diocesi e alla Chiesa, numerose e sante vocazioni al sacro ministero sacerdotale.
don Pablo G. Aloy, Direttore.