Ha preso il via oggi – venerdì 1 settembre – il “Tempo del Creato”, quest’anno sul tema “Che la giustizia e la pace scorrano”. Questo periodo, che si conclude il prossimo mercoledì 4 ottobre, si apre con la Giornata Mondiale di preghiera per la cura del Creato.
Sul sito della Conferenza Episcopale Italiana, nella pagina dell’Ufficio per i problemi sociali e i lavoro, è possibile trovare tutto il materiale necessario per l’animazione liturgica di oggi. La Celebrazione Nazionale di questa Giornata sarà ospitata, quest’anno, dalla Diocesi di Verona i prossimi 16 e 17 settembre.
Papa Francesco, nel suo Messaggio “Che scorrano la giustizia e la pace” indica la strada da percorrere per la giustizia: “per crescere da esseri umani abbiamo bisogno di cadenzare i ritmi della vita a quelli della creazione che ci dà vita”. Oggi infatti sono ancora troppe le vittime dell’ingiustizia ambientale e climatica, frutto di un’insensata guerra, dice il Papa, al Creato.
Ma – si chiede il Papa – “Come possiamo contribuire al fiume potente della giustizia e della pace in questo Tempo del Creato? Cosa possiamo fare noi, soprattutto come Chiese cristiane, per risanare la nostra casa comune in modo che torni a pullulare di vita? Dobbiamo decidere di trasformare i nostri cuori, i nostri stili di vita e le politiche pubbliche che governano le nostre società”.
Trasformare i cuori significa compiere, ciascuno, quella conversione ecologica evocata già da Giovanni Paolo II, rendendoci custodi e non sfruttatori del Creato, nel rispetto di Dio, del nostro prossimo, della natura e di noi stessi.
Trasformare gli stili di vita, rendendoli più sobri, senza sprechi, attraverso scelte virtuose.
Trasformare le politiche pubbliche significa favorire, dice il Papa, ” una transizione rapida ed equa per porre fine all’era dei combustibili fossili”, e fermare le ingiustizie verso i paesi più poveri e verso i bambini di oggi che saranno gli adulti di domani.
La conclusione del Tempo del Creato, mercoledì 4 ottobre, coinciderà quest’anno con l’apertura del Sinodo dei Vescovi e con la pubblicazione di una seconda Laudato Si’.