Sabato 5 febbraio in tarda serata studenti e docenti della Scuola di Pastoral Counseling sono rientrati nelle proprie case dopo la Settimana intensiva che si è svolta presso Casa F.A.C.I. a Marina di Massa dal 31/01/2022 al 05/02/2022.
Ultima settimana intensiva per noi studenti del terzo anno…e non possiamo far finta che sia stata come le altre.
Certo, come sempre ricca di materie utili e interessanti per la nostra formazione, quali “Counseling e disturbi di personalità”, “Dinamiche psicologiche della vocazione e counseling vocazionale”, “La comunicazione interpersonale e le metodologie di ascolto”, per citarne alcune. Le modalità di insegnamento “interattive” ci permettono di soddisfare le nostre curiosità o i nostri dubbi; i docenti competenti e preparati, sono sempre pronti a rispondere ad ogni domanda, anche alle più “scomode”.
Soprattutto, però è stata una settimana intensa di emozioni, sorprese e scoperte. Giornate in cui ci siamo messi in gioco, abbiamo riso e pianto, ci siamo rivelati agli altri con le nostre fragilità e i nostri punti di forza e abbiamo sperimentato cosa vuol dire “prendersi cura dell’altro nel nome dell’Altro”!
Tutti noi studenti ci ricordiamo bene quando il primo giorno del nostro percorso ci è stato detto “il cammino che avete intrapreso si basa su quattro verbi: conoscersi, accettarsi, gestirsi e donarsi”. Non è facile fare proprie queste parole! Certe volte pesano come un macigno, ma la maggior parte delle volte sono la spinta che ci fa andare incontro all’altro, con i suoi problemi e le sue crisi.
Abbiamo estrapolato queste frasi dalla brochure e dal sito della scuola di Pastoral Counseling: “Il percorso di formazione per diventare counselor pastorale passa attraverso un cammino personale di autoconoscenza, l’acquisizione di competenze teoriche e l’apprendimento di abilità pratiche di ascolto e accompagnamento delle persone, dei gruppi, delle coppie che si trovano ad affrontare diverse difficoltà…”. “Una formazione interdisciplinare che si fonda su un solido riferimento alla visione cristiana del mondo e dell’uomo”.
Tutto chiaro, vero e giusto. Ma c’è un quid in più che noi studenti vorremmo far passare, un quid fatto di preghiera comunitaria, celebrazioni eucaristiche coinvolgenti e partecipate, incontri, amicizie vere, paure, dubbi, fatiche, consapevolezze, tramonti fantastici e perché no, anche una buona tavola!
Speriamo che tanti tra chi legge possano abbracciare questa opportunità, come abbiamo fatto noi, studenti del terzo anno.