Lunedì prossimo, 24 gennaio, si celebra la memoria di san Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. Vissuto in un periodo di acceso confronto con la riforma protestante egli seppe affiancare ai mezzi classici come la predicazione e la disputa teologica uno, davvero particolare: la pubblicazione di fogli volanti (i cosiddetti manifesti) che, pensati come mezzo di catechesi e informazione religiosa, potevano raggiungere tutti attraverso l’affissione murale o la consegna porta a porta. Giovanissimo apostolo trentenne, con il suo stile umile e pacato, ma che dimostra la sua fiamma che arde di amore a Gesù, la sua fama si diffonde con una pericolosa distinzione che lo fa segnare a dito. Il Chiablese, cioè quel meraviglioso paese di monti e di colline, che costeggia a sud il lago di Ginevra, da Hermance a San Gingolph, è diventato protestante e calvinista. Il vescovo di Annecy – che è anche il pastore di Ginevra che gli è stata sottratta da Calvino – ha tentato di riportarlo alla Chiesa Cattolica, ma il primo tentativo è fallito. Ci prova una seconda volta e il preposito del capitolo, il giovane Francesco di Sales, chiede di essere in prima fila.
Si fa missionario percorrendo in lungo e in largo il paese, sotto il sole o in mezzo alla neve, rigandola di sangue dai suoi piedi… gelati e screpolati, passando le notti sotto le stelle anche quando tira vento gelato, rischiando la pelle in mezzo ad avversari che spesso hanno il pugnale lesto. È mobilitato dall’amore a Gesù, possiede lo stesso suo Cuore tormentato dall’ardore per la salvezza delle anime; per la conversione di calvinisti a Gesù (già, la salvezza delle anime: bel problema, sono anni, decenni che noi poveri laici cattolici non ne sentiamo più parlare da alcuno, anche se la “suprema ratio” rimane sempre la salus animarum!).
C’è chi non vuole ascoltarlo? Francesco scrive e fa scrivere dai suoi volontari volantini e manifesti, con concise e puntuali istruzioni sulla Fede cattolica, che affigge ai muri e fa scorrere sotto le porte delle case, che restano chiuse al suo bussare. Per questo sarà fatto patrono dei pubblicisti. Anche oggi ci sono laici che ricorrono a questo mezzo, aiutati da computer, internet o tipografie: un bell’apostolato di prima linea! Così quando nel 1598 il Vescovo esamina il lavoro compiuto, constata che quasi tutti i chiablesani sono tornati ad essere cattolici. A toni polemici e atteggiamenti severi Francesco preferiva il metodo del dialogo e della dolcezza. Nel 1923 venne proclamato patrono di «tutti quei cattolici, che con la pubblicazione o di giornali o di altri scritti illustrano, promuovono e difendono la cristiana dottrina». In tale occasione, lunedì, alle ore 11, il vescovo Guglielmo e l’Ufficio delle Comunicazioni Sociali della nostra Diocesi, incontreranno i giornalisti locali. Come l’anno scorsi, l’incontro si terrà nei locali del Seminario vescovile, in modo da poter rispettare le norme di sicurezza anti-covid.
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