La Visita e la Benedizione della famiglia è un momento di servizio alla Parola, di annuncio, di dialogo personale e prezioso momento di presenza cordiale e discreta nel luogo dove si svolge la vita della famiglia; direi ancora, un vero gesto di evangelizzazione. Dalla sapienza pastorale che ci raggiunge da una lunga storia possiamo attingere molteplici motivazioni e un vero e proprio stile con cui vivere questa esperienza pastorale di certo impegnativa, ma ancora importante. Pericolose sono le tendenze a liquidarla come cosa del passato ormai inattuabile e inopportuna. È tradizione buona collocare la Visita nel tempo quaresimale o nel tempo pasquale.
La Visita alle famiglie è eco e annuncio della visita che Il Figlio di Dio fa all’umanità in ogni istante, e segno della presenza del Cristo Risorto nel cuore della sua comunità (Cfr Ap. 1,13); è messaggio di grazia e di luce in tempi di incertezza ed oscurità. Tante persone attendono l’annuncio del farsi prossimo di Dio in Gesù Cristo Redentore.
Sono consapevole che il tempo complesso della pandemia rende oltremodo impegnativa la visita e la benedizione delle famiglie e proprio per questo siamo invitati a realizzarla secondo modalità anche inedite, individuate in ogni comunità dalla sapienza e creatività pastorale dei pastori e dei loro collaboratori più prossimi attraverso un discernimento evangelico (perché non coinvolgere il consiglio pastorale parrocchiale?) che potrà sortire forme attuative tra le più diverse.
Non escludo che alcuni parroci, in accordo con il consiglio pastorale, rinviino a tempi diversi (magari in autunno) il dono di grazia della visita e della benedizione delle famiglie.
Per le comunità che opteranno per realizzarla nel tempo quaresimale o pasquale, tempi ancora caratterizzati dal rischio contagio, presento alcune indicazioni che possono aiutare a realizzare la visita e a pensarne le condizioni di praticabilità in adeguata sicurezza.
1 Chi effettua la visita sia sempre una singola persona: parroco, vicario parrocchiale, sacerdote collaboratore o diacono permanente. Visiterà le famiglie che ne hanno fatto richiesta, oppure quelle che hanno ricevuto precisa comunicazione circa il giorno e l’ora della visita in modo che possano debitamente prepararsi.
2 Non potrà effettuare la visita il presbitero o il diacono permanente che ha avuto o ha sintomi influenzali anche lievi o temperatura corporea superiore ai 37,5° C negli ultimi tre giorni; ovviamente chi si trova in quarantena o in isolamento, chi ha avuto contatti con persone positive al COVID-19 negli ultimi 14 giorni; chi ha soggiornato o è transitato da Paesi stranieri o aree nazionali ritenute a rischio negli ultimi 14 giorni e non ha ricevuto esito negativo dall’esame diagnostico per il COVID-19.
3 E’ necessario avvertire i fedeli che non è possibile visitare le case in cui vive chi ha avuto o ha sintomi influenzali anche lievi o temperatura corporea superiore ai 37,5° C negli ultimi tre giorni; ovviamente chi si trova in quarantena o in isolamento, chi ha avuto contatti con persone positive al COVID-19 negli ultimi 14 giorni; chi ha soggiornato o è transitato da Paesi stranieri o aree nazionali ritenute a rischio negli ultimi 14 giorni e non ha ricevuto esito negativo dall’esame diagnostico per il COVID-19.
4 Avvertire i fedeli che durante la visita: a) si sosterà, se possibile, in un ambiente arieggiato prima e dopo il momento di preghiera oppure ci si fermerà sulla soglia; b) tutti i presenti dovranno tenere la mascherina; c) si manterrà sempre la distanza interpersonale di un metro.
5 La visita avrà una durata massima di circa dieci minuti.
6 All’inizio e alla fine del giro per le visite il sacerdote o il diacono permanente si laverà accuratamente le mani con acqua e sapone e durante gli spostamenti le igienizzerà di tanto in tanto con idoneo gel a base alcolica.
7 Chi effettua la visita indossi non la semplice mascherina chirurgica ma una mascherina FFP2 o FFP senza valvola.