S. E. Mons. Mario Oliveri Vescovo Emerito di Albenga-Imperia

Nel commiato, al termine della sua missione avvenuta alle ore 12:00 del 1° settembre, c’è l’amore per la Diocesi e i suoi sacerdoti

Sono venuto qui non di mia iniziativa, ma inviato dalla volontà del Papa san Giovanni Paolo II; ora lascio il mio ufficio e ministero di Vescovo di Albenga-Imperia per un atto di comunione soprannaturale-ecclesiale con il successore di Pietro, il Papa Francesco.
Lascio con dolore, poiché ho amato tutto quello che ho compiuto in questi quasi ventisei anni; l’ho amato poiché ho molto amato la Chiesa particolare di Albenga-Imperia in tutte le sue componenti e soprattutto nei suoi sacerdoti.
Diventato Vescovo emerito, non avrò più il governo pastorale, ma non potrò spogliarmi dell’animo pastorale, né della paternità spirituale che ho fortemente sentita e vissuta negli anni del mio episcopato nella Diocesi di Albenga-Imperia.
Il pensiero di tutto quello che è avvenuto un questi lunghi anni acquieta ampiamente il dolore ed anzi  mi porta ad esprimere innanzitutto il mio ringraziamento a Dio, che è stato così ricco di doni per me e per tutta la Chiesa particolare di cui sono stato fatto Padre e Pastore. La Grazia divina mi ha reso possibile vivere tutto in rendimento di grazie e ha reso feconda l’opera di evangelizzazione e di santificazione che è stata compiuta, senza mai venir meno, attraverso l’annunzio e la trasmissione fedele della Parola di Dio, attraverso la Grazia dei Sacramenti della Chiesa, soprattutto nella celebrazione dei divini misteri, della Divina Liturgia, della Divina Eucaristia “fonte e culmine” di tutta la missione e la vita della Chiesa, sacrificio dell’Agnello immolato, nutrimento della vera vita soprannaturale e della vita vissuta secondo il grande Comandamento della Carità.
Ho viva coscienza di tutto quello che ho ricevuto di bene dalla Chiesa particolare della quale sono stato Vescovo e certamente anche del bene che Dio ha dato a questa Chiesa per mezzo del mio ministero episcopale. A Dio Padre, al suo Figlio unigenito e allo Spirito Santo sia lode perenne.
Riandando coll’animo ai propositi della mia Ordinazione episcopale ed ai programmi espressi nell’omelia del giorno dell’inizio in Diocesi del mio ministero episcopale, quanta materia e quanto argomento di esame, di umiltà, per me e per molti. Quanti motivi per confidare nella Misericordia Divina e per ringraziare per la sua continua assistenza ed elargizione di Grazia e di benedizioni, per non aver mai lasciato cadere in scoraggiamenti o delusioni, anche di fronte a ciò che di meno positivo e di meno buono vi è stato, sotto alcuni aspetti, nella vita della Chiesa particolare in questi lunghi anni del mio episcopato.
Con trepidazione, ma mettendomi dinnanzi a Dio, oso dire che volontariamente non sono venuto mai meno ai miei propositi ed ai miei programmi, né tantomeno alla visione teologica-soprannaturale della vera natura e della vera missione della Chiesa.
Il mio sguardo va ora non solamente al passato ma anche al futuro: un futuro per me di grande raccoglimento, nella preghiera personale e liturgica, nella meditazione, nell’essere ancora di qualche utilità in ciò che mi sarà dato di compiere con umiltà ma in conformità alla missione della Chiesa e  del posto che un vescovo emerito può e deve ancora avere nella Chiesa, Una,  Santa, Cattolica ed apostolica.
Non mancherò nei confronti del nuovo Vescovo, al quale dico la mia cordiale vicinanza spirituale e tutta la mia fraterna considerazione, e nei riguardi della Chiesa particolare che io ho “retto, governato e guidato”, e che egli ora deve “reggere, governare e guidare” nella fedeltà alla Tradizione Apostolica, di comportarmi in conformità a quanto mi è chiesto dalla Santa Sede, nella persona del Prefetto della Congregazione per i Vescovi, e  cioè ”di voler contribuire con le Sue parole e con i Suoi gesti, notoriamente ispirati dalla bontà, dalla cristiana carità e dalla saggezza pastorale , al rasserenamento degli animi, al mantenimento della pace nei cuori dei sacerdoti e dei fedeli di codesta comunità diocesana”.
A tutti chiedo qualcosa anch’io: di continuare a ricordarmi, soprattutto all’Altare del Signore, nella Celebrazione sacramentale del Santo Sacrificio di Cristo.
Dio ci benedica tutti!

+ Mario, vescovo emerito di Albenga-Imperia
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