1.Un trittico affascinante che ci propone il senso profondo del meraviglioso cammino della vita: così potremmo definire le tre pagine della Sacra Scrittura che oggi, Festa di tutti i Santi, la liturgia della Chiesa ci propone.
2.La prima tavola: la troviamo nella pagina dalla prima lettera di San Giovanni Apostolo, presenta il punto di partenza della vita cristiana: riscoprire la consapevolezza che siamo realmente figli di Dio grazie al Battesimo; è la nostra identità donata, l’uomo nuovo che siamo diventati grazie alla nostra incorporazione a Cristo! La vita cristiana parte da qui: prendere coscienza della nostra identità vera: siamo figli di Dio! Uomini nuovi che costruiscono un nuovo umanesimo. Una nuova ideologia va diffondendosi, c’è una nuova galassia di movimenti culturali e politici che si definiscono trans-umanisti o post-umanisti, il loro obiettivo è superare per via tecnologica la condizione umana finora conosciuta e passare ad una inedita condizione vitale liberata da vincoli biologici, potenziata nelle sue capacità cognitive, vittoriosa sulla malattia, sull’invecchiamento e persino sulla morte. Appare all’orizzonte un “oltre l’uomo” che in ultima analisi altro non è che un goffo tentativo di essere quantitativamente di più quello che già siamo. È la sfida del transumanesimo. Non così il santo cristiano, che non è né supereroe né transumano, solo qualitativamente diverso: divinizzato. Chi vive la santità ricevuta in dono nel battesimo è il santo, pienezza dell’umano e costruttore di nuovo umanesimo autentico.
3. La seconda tavola: il punto di arrivo, la meta, il traguardo della vita: la città del cielo, la Gerusalemme celeste: la città di coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti nel sangue dell’Agnello. Tutti là siamo diretti, tutti attesi. Per diventare moltitudine immensa che nessuno potrà contare.
4. La terza tavola: la via per giungervi: ascoltare e vivere la Parola. Le Beatitudini sono il cuore del Discorso della Montagna, la sua perla preziosa; costituiscono l’autoritratto più riuscito di Gesù e del cristiano; la via da seguire per giungere alla meta è diventare uomini e donne delle Beatitudini, uomini e donne della Parola. I Santi sono coloro che hanno vissuto veramente la Parola di Dio, sono coloro che si sono lasciati plasmare dalla Parola di Dio, attraverso l’ascolto, la lettura e la meditazione assidua. Forse ci è necessario riscoprire che i santi non sono solo potenti intercessori e amici sicuri, ma anche modelli da imitare. Spesso Gesù è stato più ammirato che imitato e spesso anche molti santi e sante; occorre un salto di qualità; riporto le parole di un grande pensatore danese: “Che differenza c’è fra un ammiratore e un imitatore? Un imitatore è ossia aspira a essere ciò ch’egli ammira; un ammiratore invece rimane personalmente fuori: in modo conscio o inconscio egli evita di vedere che quell’oggetto contiene nei suoi riguardi l’esigenza d’essere o almeno d’aspirare a essere ciò ch’egli ammira» (S. KIERKEGAARD, Esercizio del cristianesimo, 812). Conoscere, amare, leggere, meditare, famigliarizzare con il Libro delle Sante Scritture e scoprirne la potenza plasmatrice sulla nostra personale esistenza. Il cristiano è l’uomo che vive nutrito e illuminato dalla Parola e sostenuto dalla forza dei sacramenti. Il Santo Padre Francesco nell’Evangelii gaudium sottolinea: “la Parola di Dio ascoltata e celebrata, alimenta e rafforza interiormente i cristiani e li rende capaci di un’autentica testimonianza evangelica nella vita quotidiana” (FRANCESCO Evangelii gaudium 174).
5. Chiediamo al Signore che per l’intercessione di Maria e di tutti i santi del Paradiso, la nostra vita si lasci plasmare dalle Sante Scritture e sia quel “terreno buono” in cui il divino Seminatore possa seminare la Parola perché porti in noi frutti di santità piena (Cfr Mc 4,20).
+ Guglielmo Borghetti,
vescovo di Albenga – Imperia