Omelia del Vescovo per la Solennità di San Leonardo da Porto Maurizio, Patrono di Imperia 26 novembre 2024

Apostolo ardente del Mistero della Croce

Cari amici,

1. ancora una volta abbiamo la possibilità di festeggiare il concittadino padre Paolo Girolamo Casanova nato qui a Imperia – Porto Maurizio il 20 dicembre 1676 al Parasio in via Santa Caterina, da Anna Maria Benza e Domenico Casanova. Girolamo divenne frate minore francescano, sacerdote a 26 anni e poi frate missionario viaggiando moltissimo per tutta l’Italia; fa ritorno a Porto Maurizio dopo diversi anni per curarsi dalla tubercolosi e la leggenda vuole che la guarigione avvenne miracolosamente per intercessione della Madonna di Piani. Una volta guarito, riprese a viaggiare e predicare acquistando fama e notorietà. Muore a Roma il 26 novembre 1751 all’età di 74 anni. Frate minore francescano, grande predicatore, apostolo e diffusore della Via Crucis, fu canonizzato nel 1867 da papa Pio IX e proclamato patrono delle missioni popolari il 17 marzo del 1923; dal 1993 è il Santo Patrono della Città di Imperia. Siamo concittadini di un Santo! “la cui santità e sapienza fa sì che il nostro nome vola per gli spazi e per il tempo” (SAN PAOLO VI).

2. Alcune brevi riflessioni ricavate dalla preghiera di colletta che ha introdotto questa santa Eucaristia; rileggiamola per intero: “Dio onnipotente ed eterno, che ci hai dato in San Leonardo un apostolo ardente della Croce, concedi a noi, per sua intercessione di penetrare le insondabili ricchezze di Cristo crocifisso per godere i frutti della redenzione.” San Leonardo è definito ‘apostolo ardente della Croce’ e si chiede al Signore, per sua intercessione, di ‘penetrare le insondabili ricchezze di Cristo Crocifisso’.

3. Apostolo ardente della Croce. L’iconografia di San Leonardo lo propone ordinariamente come il predicatore che presenta il Crocifisso e invita i suoi ascoltatori a guardarlo, a rivolgere lo sguardo a Colui che è inchiodato sulla Croce perché “in lui, mediante il suo sangue, abbiamo la redenzione” (Ef 1,7). Il mistero centrale di tutta la predicazione leonardiana è il Cristo Crocifisso. “Il mistero centrale intorno a cui San Leonardo enuclea e sviluppa ogni altro insegnamento e che è motivo ricorrente verso cui far convergere l’attenzione e i sentimenti degli ascoltatori, è senz’altro Gesù Crocifisso” (A. RANOISIO, La missione popolare in San Leonardo da Porto Maurizio, Centro Studi Leonardiani, Imperia, 2008, p. 38-39). Nella predica iniziale di ogni missione popolare ripete “Ecco, dilettissimi, il primo messaggio che vi do della nostra missione: Gesù crocifisso; si, si, Gesù crocifisso sarà il principio e il fine di ogni nostra operazione” (B. INNOCENTI (a cura di), Prediche delle missioni, Arezzo,1929, p. 3). San Paolo dice: “Mentre i giudei chiedono i miracoli e i greci cercano la sapienza, noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i giudei, stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia giudei che greci, predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio” (1 Cor 1, 22-24). Nel crocifisso innalzato sul palco in tutte le prediche San Leonardo vede la sintesi teologica più completa e accessibile a tutti dei motivi che debbono spingere ad odiare il peccato e a rinnovare la fede, a convertirsi in una parola e rinnovare la propria vita. Facciamo parlare San Leonardo: “Chi di voi, in vista di questo santo crocifisso non entrerà in se stesso, e rimirando l’anima sua lorda per tante colpe, e questo mio Gesù rosseggiante per tanto sangue, non si compungerà, non si struggerà in lacrime di tenerezza e di compunzione? Ecco, peccator mio, i due grandi mali che avete fatti peccando: avete straziato queste sacre membra, ed avete rovinato l’anima vostra; ma ecco altresì il mio Gesù, che viene incontro tutto ansioso di lavar l’anima vostra col suo preziosissimo sangue…” (ibid. p.3).“In lui, mediante il suo sangue, abbiamo la redenzione” (Ef 1,7).Certamente la personalità religiosa di Leonardo è tutta impregnata di quella spiritualità della Passione propria di Porto Maurizio e nella quale è cresciuto e di certo San Leonardo è uomo del suo tempo e il filo rosso del suo pensiero teologico è la teologia della redenzione nelle formulazioni post tridentine. Rimane però il Mysterium Crucis, la Parola della Croce: stat Crux dum volvitur orbis! Guardare il Crocifisso significa rientrare in se stessi e riconoscere il proprio peccato, e riconoscere la relazione del peccato con la Passione, fare esperienza della potenza della misericordia e del perdono di Dio ottenutoci da Cristo mediante il dono supremo di sé nella sua beata Passione, Morte e Risurrezione.

4. Penetrare le insondabili ricchezze di Cristo Crocifisso. Quanta preghiera e contemplazione occorre per questa penetrazione! Solo lo Spirito Santo può guidarci attraverso le piaghe del Signore e scoprire nel suo Cuore trafitto l’oceano dell’amore di Dio per noi! Quell’amore che scoperto, accolto e vissuto ci permette di riversarlo sugli altri. Sentirsi amati è il presupposto per amare e amare per il discepolo di Cristo è donare fino in fondo se stessi costi quel che costi. L’insegnamento di San Leonardo oggi suona fuori tempo perché al tempo del dono di sé è subentrato il tempo del culto del sé, un sé da coccolare e promuovere in uno stile di vita narcisista ed individualista. Proprio perché fuori tempo ed inattuale, appare quanto mai urgente e necessario per liberare l’uomo dalla prigionia del sé. Oggi la Croce non è di moda, perché non è di moda il dono di sé. Le insondabili ricchezze di Cristo Crocifisso ci dischiudono gli abissi dell’amore del Padre per noi, le meraviglie della sua opera di salvezza “in lui, mediante il suo sangue, abbiamo la redenzione” (Ef 1,7). Penetrando le insondabili ricchezze di Cristo Crocifisso scopriamo che essere discepoli di Cristo significa condividere la Croce: dire no a sé stessi perché si dice di si a Dio e al suo progetto di salvezza. L’essere discepoli ci fa vivere in un modo che è quello che appare nel Crocifisso secondo le due dimensioni dell’abbandono fiducioso in Dio e della dedizione ai fratelli. Non si è discepoli se non si va a Gerusalemme con Gesù, avendo i suoi stessi obiettivi, assumendo il suo stesso stile: la fedeltà al disegno di Dio e il dono di sé stessi per la salvezza degli uomini. La Croce “non vuol essere una bandiera da innalzare, ma la sorgente pura di un modo nuovo di vivere…Il testimone che ha la Croce nel cuore e non soltanto al collo non vede nessuno come nemico, ma tutti come fratelli e sorelle per cui Gesù ha dato la vita” (FRANCESCO). Questa è la terapia per la guerra, la violenza, la rabbia, la sregolatezza delle passioni, la sete di potere che la Croce di Cristo, nostra gloria, propone ad ogni uomo di buona volontà. Ringraziamo San Leonardo che con la sua presenza in mezzo a noi ci ricorda con persuasiva severa dolcezza la Parola risanante della Croce e il caso serio della vita del discepolo di Cristo esortandoci e invitandoci a intraprendere generosamente la via del dono totale di sé, terapia spirituale per i mali del tempo attuale e di ogni tempo. Cosi sia.

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