- “In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta”. (Lc 1,39) – “In quei giorni” ( ἐν ταῖς ἡμέραις ταύταις). La pagina evangelica inizia con la locuzione temporale “in quei giorni”, quasi a significare: proprio allora, in quel determinato momento; Maria fa un viaggio in un momento preciso. Fino ad un momento prima era ferma, poi si mette in movimento, un bisogno la chiama. Maria in questi nostri giorni è in viaggio, un bisogno la chiama; viviamo il tempo della visita di Maria; i tempi sono difficili per tutti, gli strascichi del confinamento/lockdown, i problemi economici del territorio, l’occupazione, il turismo in affanno, la viabilità, etc; c’è un bisogno forte per la nostra Italia, per il nostro territorio diocesano, per la nostra cara Città di Albenga; sono “quei giorni”! Maria si fa pellegrina, visita.
2. “Si alzò” (Ἀναστᾶσα). L’evangelista Luca usa il verbo della risurrezione che esprime la forza dirompente della presenza di Dio nella vita delle sue creature. Maria porta nel grembo Gesù, il Figlio del Dio vivente. Quando lui entra a casa nostra, dentro al cuore, tutto risorge, tutto si risveglia. Anche a Maria stessa, dopo la visita dell’angelo, dopo il sì che lei ha detto a Dio succede così, Dio l’aveva visitata. Maria, dunque si alza, risorge. Come è detto, per es., di Rebecca, che si alzò e iniziò il suo lungo viaggio per andare a incontrare Isacco, per essere presa in sposa da lui (Gn 24,61); oppure come è detto della suocera di Pietro, che si alzò da letto, presa per mano da Gesù, liberata dalla febbre, grazie al tocco di lui, il Salvatore (Lc 4,39). Ricevendo la visita di Maria portatrice di Dio anche noi siamo chiamati a risorgere, ad alzarci; il coraggio rinasce, la consolazione fiorisce, la speranza s’accende. È la Mater Spei, Madre della speranza!
3.“Andò” (ἐπορεύθη). Ma come muoverci e quale strada percorrere? Il Vangelo, nella sua assoluta semplicità, ci offre segni sicuri, indicazioni grazie alle quali non possiamo smarrirci. Prima di tutto occorre che anche noi “andiamo”, come Maria. Questo verbo greco, scelto da Luca, vuole esprimere non solo un semplice “camminare”, ma anche “entrare”. Entrare là dove i bisogni sono più acuti con nel cuore Gesù e stare accanto, tre mesi starà con Elisabetta per darle una mano! Entrare nei problemi e nei bisogni altrui, quanto è difficile!
4.“In fretta” (μετὰ σπουδῆς)-locuzione avverbiale- Maria va “in fretta”, cioè piena di desiderio, spinta dall’amore. È bello notare che questa stessa espressione viene usata per descrivere il rito della prima Pasqua, quando la Scrittura ci dice che gli Israeliti la mangiarono “in fretta”, con i sandali ai piedi e i fianchi cinti, pronti a partire (Es 12,11). Questo viaggio è davvero la Pasqua di Maria, e durerà fino alla fine del tempo; è il suo passare, pellegrinare attraverso la storia, il suo entrare nella vita di tutti noi, suoi fratelli e sorelle, per darci una mano. E passando lei non solo ci aiuta ma anche ci raccoglie, ci raduna e ci indica la meta della vita il Paradiso. La fretta è il segnale della salvezza che passa. In tutta la Scrittura, ogni volta che c’è una fretta c’è una salvezza in arrivo.
5. Maria visita la città di Albenga, visita la nostra Diocesi; è una visita pasquale. Ci porta il Salvatore. Ci istruisce con la sua sapienza: ci aiuta a prendere coscienza della fragilità e della caducità della vita ci sprona a fissare nuove priorità, a distinguere meglio tra ciò che è importante e ciò che è futile. A capire che il tempo e non il denaro è la risorsa più preziosa. Ci aiuta ad interrogarci sulle scelte fatte, sulle rinunce, sui compromessi. Sul bene fatto e sul bene omesso di fare. In questi giorni, alziamoci, andiamo, in fretta! N.S. di Pontelungo prega per noi!
+ Guglielmo Borghetti
Vescovo di Albenga-Imperia
Albenga, 2 luglio 2020
Solennità di N. S. di Pontelungo