L’Angelo del Natale
1.E’ nato per noi un Salvatore che è Cristo Signore! L’evangelista Luca, scrittore finissimo ci presenta la nascita di Gesù come una sorta di dramma in tre atti. Tutti convergono verso Gesù, ma si svolgono in scenari diversi e gli attori protagonisti vi agiscono con importanza di volta in volta differente. Nel primo atto i protagonisti sono Maria che partorisce e Gesù che nasce; nel secondo, attori principali sono gli angeli che cantano e disvelano l’identità del neonato; nel terzo atto sono in primo piano i pastori che lasciando i campi, si recano a Betlemme dove trovano Giuseppe, Maria e il bambino e da Betlemme poi si ripartono annunciando quanto era stato disvelato loro dagli angeli.
2.Fissiamo la nostra attenzione in questa Notte Santa dell’Anno del Signore 2021 sul secondo atto del dramma e consideriamo il personaggio principale: l’Angelo del Natale. L’angelo ‘annuncia’ una grande gioia e dichiara che essa è destinata ai pastori e anche a “tutto il popolo”. Spiega anche perché dobbiamo gioire e lo fa con parole ricolme di significato. Motivo di tanta gioia è anzitutto il fatto che è ‘nato’ Gesù, nato come ‘bambino’. Ogni nascita è festa, è sensazione che la vita ricomincia, nel nostro inverno demografico l’evento è veramente carico di gioia! Gesù è neonato designato con il termine greco brephos, che significa propriamente ‘feto appena partorito’. Motivo di gioia ulteriore è che il brephos è Cristo Signore – Salvatore. Questi appellativi sono una sintesi teologica della vera identità di Gesù. E’ tutto qui! Anche l’Arcangelo Gabriele aveva annunziato a Maria la nascita di un figlio chiamato ‘Figlio dell’Altissimo’ che è come dire ‘Signore’ e quindi ‘Salvatore’, il Messia promesso. I due angeli concordano nel messaggio: Gesù è il medesimo dalla concezione nel grembo di Maria, dalla sua nascita fino alla sua ri-nascita dalla tomba nella vittoria di Pasqua. La fede cristiana confessa che in ogni tempo Gesù è Cristo-Salvatore- Signore. E’ tutto qui!
3. La “moltitudine dell’esercito celeste” dopo il grandioso messaggio dell’angelo del Natale loda Dio per quanto ha compiuto in Maria e fatto conoscere agli uomini, il loro inno celebra Dio che, mandando in terra il suo Figlio, ha manifestato nel modo più eccelso la sua gloria e festeggia gli uomini che nel Figlio di Dio appena nato sono oggetto dell’immenso amore di un Dio che vuole l’uomo libero dal male radicale: siamo gli amati ! Siamo i salvati!
4. Facciamoci discepoli dall’Angelo del Natale e impariamo da lui il senso profondo ed autentico dell’avvenimento di Betlemme che in questa Santa Notte riviviamo nella Liturgia; non abbiamo la certezza che storicamente Gesù sia nato di notte, ma certamente è nato nella notte del mondo, una notte che avvolge i cuori e le coscienze. Nelle nostre notti risuona chiara la parola dell’Angelo del Natale, e ci spiega chi è quel bambino adagiato nella mangiatoia: è Cristo Signore-Salvatore. L’unico liberatore dalle schiavitù più profonde dell’uomo. Bob Dylan, cantautore americano, premio Nobel per la letteratura nel 2016, nella sua ballata Tre angeli così si esprime: “gli angeli suonano le loro trombe tutto il giorno/la terra intera in movimento sembra oltrepassarli/ma nessuno sente la musica che suonano/nessuno neppure ci prova”.
Dylan ha presente il cap. 14 dell’Apocalisse: “E vidi un altro angelo che, volando nell’alto del cielo, recava un vangelo eterno da annunciare agli abitanti della terra e ad ogni nazione, tribù, lingua e popolo. Egli diceva a gran voce:
«Temete Dio e dategli gloria,
perché è giunta l’ora del suo giudizio.
Adorate colui che ha fatto il cielo e la terra,
il mare e le sorgenti delle acque».” (Ap. 14, 6-7).
5. L’Angelo del Natale e “la moltitudine dell’esercito celeste” ‘suonano le loro trombe’ ma sembra che nessuno ‘senta la musica’ ‘nessuno neppure ci prova’. La gente forse ha altro a cui pensare, Dylan fa scorrere il campionario di un’ umanità molto occupata e preoccupata; i rumori assordanti delle città o gli assordanti silenzi della disperazione da miseria o da guerre infinite impediscono di sentire il suono e il messaggio; il cielo è meno luminoso per l’inquinamento atmosferico prodotto dalle esalazioni industriali, ma anche perché è velato dalla polvere della smemoratezza di un’umanità distratta: la dissipazione e l’ incapacità di sintonizzarsi con parole alte, più profonde e spirituali è diffusa e assume i colori della indifferenza, . La ricerca di un senso ultimo della vita sembra non avere più senso e si vive nel qui ed ora e sembra bastare, emerge la figura dell’’ateo felice’. Ma la Grazia di Dio è apparsa! Quella Grazia “che porta la salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore Gesù Cristo” ( Tt 2, 11-13). Si è manifestata la Grazia di Dio! Alla scuola dell’Angelo del Natale e dei suoi compagni che con lui lodano Dio la Chiesa è chiamata a testimoniare ed annunciare al mondo la salvezza radicale, alla scuola dell’Angelo del Natale ciascuno di noi e chiamato ad accogliere il Salvatore. Perché l’uomo ha bisogno di essere salvato! E ‘solo un Dio ci può salvare’ (Heidegger).Sarà vinto ogni progetto distruttivo, saranno vintele oscure suggestioni del male e aperta la strada alla pace per gli amati dal Signore e per tutti gli uomini di buona volontà! E’ nato per noi un Salvatore che è Cristo Signore! Buon Natale a tutti!
+ Guglielmo Borghetti,
vescovo di Albenga – Imperia
Albenga, 25 dicembre 2021
Solennità Natale del Signore