“Ritornate a me con tutto il cuore” (Gi 2, 12-18)
1. Entriamo con il Mercoledì delle Ceneri nel lungo cammino quaresimale: itinerario spirituale del cristiano; S. Maria Maddalena de’ Pazzi, fiorentina, è stata una religiosa carmelitana, amava le similitudini e si paragonava ad una colomba, una colomba che “geme e canta”. La Quaresima è tempo propizio, non solo di afflizione per i propri peccati chiusa in se stessa-gemito-, ma è anche canto che sorge dalla liberazione dello spirito da quanto lo trattiene nella vita secondo la carne e nelle opere della carne: è gemito e canto! La Quaresima è una grande medicina per la salvezza della nostra vita; ci mette a confronto con tutto ciò che è mortifero e nel contempo ci guarisce. Il profeta Gioele ci ricorda che la Quaresima medica, dandoci il coraggio di vedere la malattia che conduce alla morte. La malattia spirituale è la lontananza da Dio, attraverso il percorso quaresimale stabilito sui tre pilastri della carità operosa, della preghiera fervorosa e del digiuno lieto, veniamo risanati in profondità, recuperando la linfa dalle nostre radici battesimali.
2. “Ritornate a me con tutto il cuore” Questo è il richiamo della Quaresima! Siamo invitati a fissare l’attenzione sul ‘cuore’ che, biblicamente, significa la persona intera a partire dal suo intimo, senza contentarsi dell’osservanza esteriore, dell’osservanza ostentata; se così fosse rimarremmo con un ‘cuore doppio’ che divide la vita tra Dio e gli idoli. Un cuore doppio che fa qualcosa di esterno e non cambia l’interno nella sua profondità. Il cuore è doppio anche per quelli che non si sono allontanati da Dio formalmente, ma lo servono con doppiezza, ipocrisia, dividendosi fra Lui e gli idoli. La pagina del Vangelo ci ha ricordato come si fa ad avere un cuore doppio …Quando la giustizia è esteriore il cuore è doppio; quando una pratica esteriore domina anche il la preghiera e il culto cristiano, il cuore è doppio; quando l’elemosina e il digiuno sono ancora sottoposti alla vanità e all’amor proprio, il cuore è doppio e la grazia della Quaresima passa senza lasciare traccia.
Se l’idolo di noi stessi e il culto della nostra immagine è ancora presente in noi è segno che la Quaresima ci chiama ad una più profonda conversione. Si possono fare opere notevoli e numerose senza entrare nel Regno dei cieli. Se non sradichiamo da noi l’idolo che è il nostro io piccino, rimarremo ancora molto indietro nel cammino della conversione a Cristo!
Ci è di grande aiuto il formidabile segno della cenere: compie un servizio di verità, ci aiuta a vedere quello che senza il Signore e fuori della sua luce noi siamo; è un’immagine vera e ci conviene guardarla con dolcezza e tenerezza come si guarda l’amore di Dio che arriva fino all’intimo del nostro essere per ricordarci la verità di ciò che siamo: io sono così! Pensiamoci questa sera quando a casa toglieremo la cenere dal capo e cadrà nel lavandino…
3. “Ritornate a me con tutto il cuore”. La Quaresima ci invita a coltivare la fede, non guardando a noi, ma guardando a quello che Dio in Cristo ha fatto e fa per noi; ci fa leggere e meditare la Parola di Dio perché riceviamo luce e forza nel sapere chi opera in primo luogo in noi conducendoci responsabilmente verso la nostra cristificazione/santificazione. E’ qui il senso segreto, ma profondo, della gioia quaresimale, del cammino di purificazione che è ‘gemito e canto’; purificazione non per l’ autocompiacimento di essere purificati, ma intravedendo all’orizzonte la Pasqua per diventare dono totale di noi stressi ad immagine di Gesù Cristo,. A tutti un buon cammino quaresimale che ci aiuti a gustare e rivivere intensamente il nostro Battesimo abbracciando il Risorto!