Omelia del Vescovo per il Mercoledì delle Ceneri – Cattedrale di San Michele – Albenga, 2 marzo 2022

“Quando tu digiuni” (Mt. 6,17)

 

1.Carissimi fratelli e sorelle, ci ritroviamo per grazia di Dio, a cominciare un’altra ‘quaresima’ della nostra vita, un’altra opportunità per aderire sempre più saldamente a Gesù Cristo, nostra Vita, per accogliere in noi, nella grazia dello Spirito Santo, la Vita di Gesù. Nel suo Messaggio per la Quaresima 2022 il Santo Padre Francesco ci ricorda come “la Quaresima è tempo favorevole di rinnovamento personale e comunitario che ci conduce alla Pasqua di Gesù Cristo morto e risorto” e ci invita con le parole di San Paolo a non stancarci  di fare il bene e quale bene è  più grande se non ‘fare Gesù’! E certamente la Quaresima è tempo favorevole per questo cammino di cristificazione, “ma lo è anche tutta l’esistenza terrena, di cui la Quaresima è in qualche modo un’immagine…”.  La Quaresima è invito alla conversione profonda così che la nostra vita risplenda di  verità e bellezza in Cristo Gesù.

2. Viviamo giorni bui per la storia dell’Occidente e dell’Oriente, giorni di sangue e violenza che ci hanno colti di sorpresa: com’è possibile che nel ventunesimo secolo accada tutto ciò! Siamo purtroppo abituati e assuefatti alle notizie di guerre provenienti da paesi in via di sviluppo, al punto che ci dimentichiamo dei più di venti conflitti ad alta intensità che sono aperti nello scenario mondiale attuale (cfr Rapporto Caritas nazionale 2021), ma l’esplodere della guerra  tra Russia e Ucraina ci riempie di sgomento, la sentiamo vicina e lo è! All’Angelus di domenica scorsa il Santo Padre ha rivolto  “a tutti l’invito a fare del 2 marzo, Mercoledì delle ceneri, una giornata di preghiera e digiuno per la pace in Ucraina. Una giornata per stare vicino alle sofferenze del popolo ucraino, per sentirci tutti fratelli e implorare da Dio la fine della guerra”. La preghiera di Colletta con cui abbiamo aperto questa celebrazione ci ha invitato a pregare così: “O Dio, nostro Padre, concedi al popolo cristiano di iniziare con questo digiuno un cammino di vera conversione, per affrontare vittoriosamente con le armi della penitenza il combattimento contro lo spirito del male”. Per questo vorrei soffermarmi proprio sul digiuno con il quale siamo invitati a iniziare il cammino quaresimale, cammino che ci porta  a “fare Gesù”: il digiuno, fatto con amore, umiltà e in spirito di preghiera, è eccellente via per la purificazione del cuore e produci frutti di pace e di bene perché “dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l’uomo” (Mc. 7, 22-23).

Vorrei cogliere con voi il fondamento antropologico e la specificità cristiana del digiuno per comprenderne l’importanza come via di conversione.

3. Il fondamento antropologico. Il mangiare rientra nell’area dei nostri desideri, va ben oltre il semplice nutrirsi e ha intense connotazioni affettive e simboliche. L’uomo, proprio perché tale, non si nutre di solo cibo, ma di parole e gesti scambiati, di relazioni, di amore, cioè di tutto ciò che dà senso alla vita nutrita e sostentata dal cibo. Noi tutti normalmente mangiamo, o dovremmo mangiare, in un clima conviviale fraterno, familiare, amicale; un clima che purtroppo sta quasi scomparendo in una società in cui il cibo è ridotto a combustibile da consumare il più rapidamente possibile – fast food – cibo veloce-.

4. Il digiuno ci aiuta a scoprire qual è la nostra fame, di che cosa viviamo, di che cosa ci nutriamo e ci aiuta ad ordinare i nostri appetiti intorno a ciò che è veramente centrale. Il primo modo di relazione del bambino con il mondo esterno è il mangiare: il bambino non si nutre solo del latte materno, inizialmente non distingue fra madre e cibo; si nutre delle presenze che lo attorniano: egli “mangia”, introietta voci, odori, forme, visi, e così, pian piano, si costruisce la sua personalità relazionale e affettiva. Questa valenza simbolica del digiuno è assolutamente peculiare e  non può trovare “equivalenti” in altre forme di rinuncia! Con il digiuno noi impariamo a conoscere e a moderare i nostri appetiti attraverso la moderazione di quello primordiale e vitale: la fame e impariamo a disciplinare il nostro relazionarci con gli altri, con la realtà esterna e con Dio: relazioni sempre tentate dalla voracità. So che è molto diffuso il dire “digiuniamo dalle chiacchere, dal computer, dal cellulare, dal fumare, dalla tv…”, non è la stessa cosa; se prima non hai imparato a digiunare dall’appetito primordiale sarà vano. Solo un cristianesimo insipido che si comprende solo come una moraletta  da scuola dell’infanzia intessuta di ‘fioretti’ – posto che esistano ancora – può liquidare il digiuno come irrilevante e pensare che qualsiasi privazione di cose superflue (dunque non vitali come il cibo) possa essergli sostituita. Il digiuno è la forma con cui il credente confessa la fede nel Signore con il suo stesso corpo, è potente antidoto alla riduzione intellettualistica o psicologistica  della vita spirituale e abbatte voracità e violenza.

5. La specificità cristiana. E quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà” (Mt 6,18).Cristo ha digiunato nel deserto, nella vita e nell’opera di Gesù il digiuno è la risposta all’essere stato ricolmato di Spirito Santo al battesimo al Giordano, è la sua prima battaglia con la quale vince l’avversario, il “padre della menzogna” (Gv 8,44), l’”anti-Parola” (San Giovanni Paolo II). Con l’esperienza di quaranta giorni di digiuno assoluto Gesù ha gettato le fondamenta del nostro re-agire nei confronti dell’oppositore, il satana (Mc 1,13)! Quando si entra in un digiuno sostenuto dalla preghiera le illusioni prospettate dal “padre della menzogna” si dissolvono. Per i cristiani della chiesa primitiva il digiuno era un modo per affrontare il proprio deserto e attraversarlo con Cristo, per giungere alla fine come Israele, alla Terra  Durante la Quaresima ci addentriamo nel deserto con Cristo e il digiuno sostiene la nostra esperienza del deserto. Il digiuno deve avvenire nel segreto, nell’umiltà, con uno scopo preciso: la condivisione, l’amore per Dio e per il prossimo. Noi siamo ciò che mangiamo, e il credente non vive di solo pane, ma soprattutto della Parola e del Pane eucaristico, della vita divina: il digiuno fa parte della sequela di Gesù che ha digiunato, è obbedienza al Signore che ha chiesto ai suoi discepoli la preghiera e il digiuno, è una vera e propria  confessione di fede fatta con il corpo, è nobile pedagogia che porta  tutta la nostra  persona all’adorazione di Dio, unico Signore del cielo e della terra.

6. In un tempo in cui il consumismo ottunde la capacità di discernere tra veri e falsi bisogni, in cui lo stesso digiuno e le terapie dietetiche divengono oggetto di business, in cui pratiche orientali di ascesi ripropongono il digiuno, e la quaresima è sbrigativamente letta come l’equivalente del ramadan musulmano, il cristiano è chiamato a ricordare il fondamento antropologico e la specificità cristiana del digiuno che fanno risuonare in noi due interrogativi radicali: “cristiano, di cosa nutri la tua vita?”; “che ne hai fatto di tuo fratello che non ha cibo a sufficienza?”. Pensate a quale ricaduta benefica nel processo di purificazione delle coscienze può avere la pratica del digiuno cristiano vissuta con amore e umiltà e in spirito di preghiera, quanta violenza riesce a sradicare dal cuore dell’uomo.

O Dio, nostro Padre, concedi al popolo cristiano di iniziare con questo digiuno un cammino di vera conversione, per affrontare vittoriosamente con le armi della penitenza il combattimento contro lo spirito del male” (Colletta). Con Francesco d’Assisi ripetiamo con fede oggi: Il Signore ci dia pace!

+ Guglielmo Borghetti

Vescovo di Albenga-Imperia

 

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