“Vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio” (2 Cor. 5,20)
- Lo sappiamo, al martedì ‘grasso’ succede il Mercoledì delle Ceneri, primo giorno di Quaresima. Queste Ceneri sono ricavate dalle ceneri delle palme della Domenica delle Palme dell’anno precedente, conservate appositamente per questo giorno, bruciate e benedette. Il sacerdote usa le ceneri ottenute per spargerle sulla fronte di ogni fedele -imposizione delle ceneri- per ricordargli la sua fragilità, la sua debolezza, la sua condizione di uomo mortale: “sei polvere e polvere ritornerai” (Gen 3,19) e anche la sua condizione di peccatore: “convertitevi e credete al Vangelo” (Mc 1,15).
- Con l’aiuto simbolico della cenere, la più povera delle sostanze, il percorso quaresimale ci aiuta, con la sua riserva di ‘grazia’ – “ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza! (2 Cor 6,2) – a toglierci la maschera: quella del carnevale, quest’anno pressoché annullato o sottotono nelle sue manifestazioni esteriori, ma soprattutto quella del quotidiano e continuo nascondersi a se stessi e a Gesù Cristo. Il percorso quaresimale ci porta a riscoprire la Croce Gloriosa patibolo e trono di gloria e ci permette di restituire alla ricerca dell’uomo il senso delle scelte essenziali e di rimettere in ordine i colori impazziti della nostra vita; ci aiuta a leggere la propria condizione umana nella percezione della presenza di Cristo Salvatore che tutta la riempie. L’itinerario della Quaresima, come l’intero cammino cristiano, sta tutto sotto la luce della Risurrezione, che anima i sentimenti, gli atteggiamenti e le scelte di chi vuole seguire Cristo.
- Dunque liturgicamente entriamo nel tempo di Quaresima, mi chiedo: ma forse non sarà che dall’anno scorso, da questi stessi giorni di febbraio, stiamo vivendo una lunga quaresima esistenziale? Quante maschere sono cadute in questo tempo – ormai un anno! Che ‘quaresima singolare’ questo tempo di incertezza! La pandemia ha messo allo scoperto il senso del limite che la nostra società tende a rimuovere; ha rivelato la nostra costitutiva fragilità “sei polvere e polvere ritornerai” (Gen 3,19); ha mostrato la possibilità concreta per tutti di essere avvolti dalle ombre della malattia oscura e sconosciuta e di fare esperienza della imprevedibilità della morte; ci ha aiutato a cogliere, seppure nella indiscussa loro utilità e positività, l’”impotenza” della scienza e della tecnica quando sono assolutizzate e idolatrate come omnirisolutive Quanti varchi di verità e di essenzialità ha dischiuso questa ‘quaresima singolare’! Ma mi chiedo: veramente la presa di coscienza del limite, della fragilità e della caducità della vita e della insufficienza della tecno scienza ha spronato uomini e donne a fissare nuove priorità valoriali? A distinguere meglio tra ciò che è importante e ciò che è futile? A riscoprire la nostra umanità riconoscendoci e rispecchiandoci nella fragilità di chi ci sta accanto e ridiventando soggetti capaci di prenderci cura dell’Altro? A capire che il tempo e non il denaro è la risorsa più preziosa? Ci sarà tra noi chi, per la prima volta, si e interrogato sulle scelte fatte, sulle rinunce, sui compromessi, sulla tenuta della fede nei momenti di criticità, sul senso di Dio presente in Cristo nelle pieghe dell’esistenza? Dobbiamo riconoscerlo: forse ci siamo trovati impreparati, condizionati dai tratti tipici della nostra cultura: l’intolleranza alla frustrazione, l’insofferenza di fronte ad ogni limite posto ai nostri desideri vissuti spesso come ‘diritti’, il piccolo egoismo quotidiano, il narcisismo, la nostra fede ridotta a pratica religiosa non in grado di penetrare nei nostri atteggiamenti più profondi, più di convenzione che di convinzione…
- “Vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio” (2 Cor. 5,20). Chiediamo il dono di un percorso quaresimale come scuola di verità, di liberazione dalla menzogna esistenziale che è ipocrisia. “Il digiuno, la preghiera e l’elemosina, come vengono presentati da Gesù nella sua predicazione (cfr Mt 6,1-18), sono le condizioni e l’espressione della nostra conversione. La via della povertà e della privazione (il digiuno), lo sguardo e i gesti d’amore per l’uomo ferito (l’elemosina) e il dialogo filiale con il Padre (la preghiera) ci permettono di incarnare una fede sincera, una speranza viva e una carità operosa” (Francesco, Messaggio per la Quaresima 2021).
- “Vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio” (2 Cor. 5,20). È tempo giusto per ricalibrare la vita in Cristo nella docilità al suo Spirito che infonde in noi il suo pensiero e i suoi sentimenti, è tempo giusto di conversione! Alla luce della Parola di Dio ascoltata, accolta e attuata, fortificati dal digiuno dalle fatuità della vita, esercitati nella pratica dell’apertura del cuore su chi vive nell’ indigenza. “Questo appello a vivere la Quaresima come percorso di conversione, preghiera e condivisione dei nostri beni, ci aiuti a rivisitare, nella nostra memoria comunitaria e personale, la fede che viene da Cristo vivo, la speranza animata dal soffio dello Spirito e l’amore la cui fonte inesauribile è il cuore misericordioso del Padre” (Francesco, c.s.).