Le tre sapienze
Con grande gioia spirituale ci ritroviamo all’ombra del Nostro caro Santuario a celebrare la Festa di N.S. di Pontelungo, compatrona della Diocesi e Patrona della Città di Albenga. Saluto le autorità civili e militari presenti, in particolare il nostro Sindaco che rappresenta in qualità di primo cittadino tutta la Città di Albenga, i Cavalieri del Santo Sepolcro, le nostre confraternite arrivate qui a condividere con noi la Festa, le realtà del variegato e operoso mondo del volontariato cittadino.
- “In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna”. Il racconto di San Luca inizia con un movimento, è un inizio inatteso rispetto alla scena precedente dell’Annunciazione, intima e domestica, e questo movimento è in un certo senso la chiave del racconto, tutto all’insegna del movimento. Nel Vangelo di Luca non è solo questa pagina a essere improntata a un ritmo movimentato: tutta intera la narrazione di San Luca si presenta nel suo Vangelo come un grande viaggio: quello di Gesù, dalla Galilea a Gerusalemme, viaggio che Luca chiama “esodo” (Lc 9,31) e quello dei discepoli, testimoni del Risorto “in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all’estremità della terra” (At 1,8). Quante strade devono percorrere “quelli della Via” (At 9,2)! Quante strade dobbiamo percorrere noi che siamo oggi “quelli della Via”, così venivano chiamati i discepoli di Cristo prima di essere chiamati cristiani! Maria di Nazaret anticipa il cammino, il viaggio di Gesù, il suo ‘esodo’, muovendo i propri passi dalla Galilea verso una città di Giuda. Anche per lei si tratta di un cammino in salita, verso una regione montuosa. I monti verso cui cammina Maria fanno già intravvedere il monte Tabor della Trasfigurazione e il monte Calvario della crocifissione.
- L’incontro tra Maria ed Elisabetta ha sempre esercitato un grande fascino: tutti noi aspiriamo a poter incontrare una persona in modo che nel nostro intimo qualcosa saltelli di gioia, in modo che riconosciamo il mistero dell’altro e ci uniamo totalmente a lui. Maria è la portatrice del Verbo eterno, del Logos; va per le montagne con la Parola nel suo cuore (cfr Beda il Venerabile), Arca della Nuova Alleanza. Maria è il modello dell’uomo che accoglie Cristo nel suo cuore e, portandolo nel cuore, supera le montagne più alte movendo i grandi passi dell’amore. Chi porta Cristo nel cuore può superare molti ostacoli. In Cristo egli ha dentro di sé la sorgente dell’amore e può attraversare i monti che ci separano gli uni dagli altri. L’amore di Cristo ci spinge verso l’altro e ci mostra la strada che conduce a lui, superando tutte le montagne che ci dividono. La presenza di Cristo nel cuore dei credenti è la condizione perché due persone possano incontrarsi come hanno fatto Maria ed Elisabetta. Attraverso l’incontro tra le due madri è rivelato a tutti: al mondo intero, alla nostra Diocesi ed alla nostra Città, il segreto per far crescere la cultura dell’incontro, intessuta di relazioni pacifiche e costruttive, di relazioni liete della presenza dell’altro, non violente e non aggressive, di relazioni solidali e collaborative per il bene comune: essere portatori di Cristo nell’intimo delle nostre coscienze ci rende esperti nell’incontro autentico dell’altro.
- Maria visita e visitare implica alzarsi e uscire dal proprio territorio anche quando esso è luogo del divino, come la casa di Nazaret. Sempre il Dio della Bibbia mette in movimento, fa uscire dalla propria terra verso un altrove da lui stesso indicato (cfr Gen 12,1). Come nell’esodo di Israele, il cammino prevede un uscire, un camminare nel deserto e un entrare. San Luca non si attarda a descrivere che cosa accade nel cammino: la fretta messianica lo spinge a rimandare più avanti una riflessione sulla fatica del cammino, sull’attraversare i deserti dell’incomprensione e della solitudine e dirigersi verso una terra che non promette ospitalità. All’evangelista sta a cuore mostrare che l’uscire è in vista di un entrare. Come l’Arcangelo Gabriele, messaggero celeste dell’Annunciazione, così anche Maria entra in casa altrui. Protagoniste sono due donne. Maria incontra Elisabetta, la parente che Gabriele aveva citata come esempio di come Dio fa cose impossibili all’uomo e quasi a dimostrare che nessuna parola di Dio rimane inefficace.
- Ma il visitare non comporta solo il gesto dell’uscire, del camminare e dell’entrare, di cui Maria è viva espressione. È necessario anche accogliere, come fa Elisabetta: scelta impegnativa e faticosa. Accogliere l’altro che entra nello spazio intimo della casa e con l’altro le storie di cui è portatore. Aprire porte di case e aprire menti e cuori, orecchie e grembi per leggere e interpretare il vissuto e la parola di chi ci visita; per inciso dico: peccato che il problema epocale e mondiale dei movimenti migratori sia stato trasformato in un problema ideologico: esso è un problema antropologico ed etico!
- L’episodio della Visitazione ci parla di tutto questo: della sapienza dell’incontro capace di comprendere l’altro; della sapienza del visitare senza invadere; della sapienza dell’accogliere nel proprio spazio più personale e intimo. Mi pare molto bello che maestre di questa sapienza siano due donne! Una lezione evangelica tutta al femminile! Gli esseri umani e Dio stesso sono fatti per incontrarsi, visitarsi e accogliersi, guidati da una sapienza relazionale che ha la sua scaturigine più pura dalla nostra appartenenza a Cristo; sapienza oggi più che mai necessaria nel tempo delle aggressioni facili, della rabbia distruttiva, dei femminicidi, dei facili omicidi che coinvolgono tragicamente anche i nostri adolescenti.
Maria, N.S. di Pontelungo, ti affidiamo l’umanità in cerca di pace, la nostra Patria, la nostra Diocesi, la nostra amata Città di Albenga che con amore ti venera e ti vuol bene: aiutaci a riconoscere che apparteniamo a Cristo e in Lui e solo in Lui possiamo essere costruttori di una nuova civiltà dell’incontro, della visita, dell’accoglienza, una nuova civiltà dell’amore! Così sia!
+ Guglielmo Borghetti
Vescovo di Albenga-Imperia
Albenga, 2 luglio 2023, solennità della Vergine Maria N.S. di Pontelungo,
compatrona della Diocesi di Albenga-Imperia.