Un sorriso che nulla ormai spegnerà
1. La festa dell’esaltazione della Croce ha riproposto ieri alla nostra meditazione la manifestazione della misericordia di Dio. La Croce esprime e rivela in modo perfetto la compassione di Dio per il nostro mondo. La festa mariana di oggi è significativamente congiunta a quella di ieri: dal cuore trafitto del Figlio sono sgorgati fiumi di acqua viva; da quella stessa sorgente divina è sgorgato il dono di Maria che ci è donata come segno della tenerezza misericordiosa di Dio. Maria “stava ai piedi della croce” con il cuore trafitto dalla spada del dolore nel vedere il Figlio amato subire l’infame supplizio della croce, la profezia del vecchio Simeone aveva compimento: “anche a te una spada trafiggerà l’anima” (Lc 2,35). La Mater Dolorosa ha condiviso la passione del Figlio “entrandovi mediante la sua compassione” (S. Bernardo). San Bernardo aggiunge ancora: “la forza del dolore trapassò la tua anima, e così non senza ragione ti possiamo chiamare più che martire, perché in te la partecipazione alla passione del Figlio, superò di molto, nell’intensità, le sofferenze fisiche del martirio” (San Bernardo).
2. Il dolore di Maria ha la stessa connotazione del dolore di Cristo: anch’esso è via e strumento di redenzione in quanto Maria ha unito la sua sofferenza a quella del Figlio. Maria ha saputo e voluto partecipare al mistero salvifico, “associandosi con animo materno al sacrificio di Cristo, amorosamente consenziente all’immolazione della vittima da Lei generata” (LG 58).
Per questo, proprio lì ai piedi della croce nel momento del massimo dolore, Maria è chiamata a diventare una seconda volta Madre; non più dell’Unigenito Figlio di Dio, ma degli uomini salvati dalla passione e morte di Cristo: “Donna ecco tuo Figlio” a indicare in Giovanni la Chiesa nascente. La sofferenza della Mater Dolorosa ai piedi della croce è però sofferenza vincitrice in forza della Risurrezione del Figlio. Maria fu la prima e la più fedele discepola di Gesù e, come il Figlio ha accettato la croce per la salvezza degli uomini, lei è l’alleata di Dio, la socia Redemptoris non solo in quanto madre, ma ancor più come discepola, che accettò di completare in sé quello che mancava alla passione del Figlio.
3.Di fronte al grande mistero d’amore consumatosi sul Calvario sbocciano due sentimenti: un senso di gratitudine verso la Mater Dolorosa che ai piedi della croce cooperò con il Figlio alla nostra redenzione e il desiderio di contemplare il Crocifisso, di lasciarci sorprendere ogni giorno da Lui. La croce è il grande mistero dell’amore di Dio per noi da contemplare senza stancarsi mai.
4. Maria è per noi modello luminoso. Lei non si è ripiegata su se stessa piangendo su di sé, ma ha continuato la missione del Figlio Suo, perseverante nella preghiera, insieme alla comunità che a poco a poco riprendeva il coraggio di seguire i passi proposti da Gesù (At 1, 8). La sua fede incrollabile la spinge a camminare con i discepoli, ad aiutarli a capire tutto quello che il Suo Figlio aveva insegnato e predetto negli anni del ministero in mezzo al popolo. Accompagna il popolo pellegrinante che le ha affidato il Figlio dalla Croce nei sentieri della storia e con particolare amore le guide del suo popolo, il Papa, i vescovi, i sacerdoti.
5. Papa Benedetto XVI in una toccante omelia a Lourdes nel 2008 diceva: “Maria è oggi nella gioia e nella gloria della Risurrezione. Le lacrime versate ai piedi della Croce si sono trasformate in un sorriso che nulla ormai spegnerà, pur rimanendo intatta la sua compassione materna verso di noi … Cercare il sorriso di Maria non è questione di sentimentalismo devoto o antiquato; è piuttosto la giusta espressione della relazione viva e profondamente umana che ci lega a Colei che Cristo ci ha donato come Madre” (Benedetto XVI, Lourdes, Omelia 15/09/2008). Nel sorriso della Vergine si trova misteriosamente nascosta la forza per proseguire il combattimento della vita. Dom Jean-Baptiste Chautard, nel suo celebre testo L’anima di ogni apostolato propone al cristiano frequenti “incontri di sguardo con la Vergine Maria” per ristorarsi ed incoraggiarsi contemplando nel sorriso di Maria il sorriso di Dio! Il Salmo 45 intravedendo da lontano questo legame materno che unisce la Madre di Cristo e il popolo credente, profetizza a riguardo della Vergine Maria: “i più ricchi del popolo cercheranno il tuo sorriso (favore)” (Ps. 45,13). Sollecitati dalla Parola ispirata della Scrittura, i cristiani da sempre hanno cercato il sorriso di Maria. Questo sorriso è per tutti: esso tuttavia si indirizza in modo speciale verso coloro che soffrono, affinché in esso possano trovare conforto e sollievo, e verso le guide del popolo di Dio!
6. Ricordare e celebrare l’anniversario di ordinazione episcopale insieme al mio presbiterio ed alla mia gente, non è semplicemente ricevere da voi un gesto di ‘cortesia umana e spirituale‘, gesto seppur gradito ad incoraggiamento, bensì è soprattutto innalzare un rendimento di grazie corale alla S.S. Trinità da parte di una Chiesa particolare – la Diocesi – che, con gli occhi della fede riconosce nel Vescovo, chiunque esso sia, il successore degli apostoli e colui a cui è affidata questa Chiesa particolare di Albenga-Imperia; di questa Chiesa “è principio e fondamento visibile di unità” (LG, 23) e colui che attraverso la sua comunione gerarchica con il Santo Padre e gli altri membri del Collegio episcopale fa sì che la Diocesi si inserisca nella “plena communio ecclesiarum” dell’unica Chiesa di Cristo; se è vero che “ogni Vescovo è propriamente Pastore soltanto della porzione del gregge affidata alle sue cure, la sua qualità di legittimo successore degli Apostoli, per istituzione divina, lo rende solidalmente responsabile della missione apostolica della Chiesa” (cfr LG 23, CD 4, AG5). Ricordo con voi dieci anni di ‘sorriso di Dio’ a me giunto fedele attraverso tanti ‘incontri di sguardo con la Vergine Maria’ e lodo con voi il Signore e Maria ‘alleata di Dio e socia del Redentore’ di tutto il sostegno donatomi soprattutto nei giorni oscuri e nelle notti più buie; la missione del vescovo è affascinante, ma nel contempo comporta tante prove che spesso rischiano di schiacciare la tua fragile umanità, sproporzionata al dono ricevuto. Vi ringrazio del bene che mi avete manifestato e anche di quello che tentate di manifestarmi; il vescovo, chiunque esso sia, non può piacere a tutti! Vorrei concludere con una parola di San Paolo, mio antico compagno di viaggio nella vita e nel ministero presbiterale prima ed episcopale poi “la nostra bocca vi ha parlato francamente, Corinzi, e il nostro cuore si è tutto aperto per voi. Non siete davvero allo stretto in noi; è nei vostri cuori invece che siete allo stretto. Io parlo come a figli: rendeteci il contraccambio, aprite anche voi il vostro cuore! (2Cor 6, 11-13) Sappiate che nel mio cuore non siete allo stretto e se per carattere, limiti, peccati, non sono stato in grado di farvelo percepire perdonatemi! Il sorriso di Maria, quel sorriso che nulla ormai spegnerà, rischiari le vostre vite nelle ore difficili e potenzi la passione apostolica per testimoniare e annunciare Colui che è Via Verità e Vita, Gesù Cristo, Signore nostro! A lui la gloria nei secoli! Amen
+ Guglielmo Borghetti