Omelia del Vescovo Borghetti per la s. Messa di chiusura del Giubileo Straordinario della Misericordia

Nemmeno un capello!

 Omelia per la Solenne Santa Messa di chiusura del Giubileo Straordinario della Misericordia. Cattedrale di Albenga 

13 novembre 2016  

Nemmeno un capello

  1.Carissimi fratelli e sorelle, eccoci a pronunciare in questo pomeriggio di novembre ormai prossimi alla fine dell’Anno Liturgico, la Parola conclusiva del Giubileo Straordinario che oggi nelle Chiese locali si chiude: la parola è questa: “il suo amore è per sempre”, ovvero eterna è la sua misericordia”: come un  ritornello  viene ripetuto ad ogni versetto del Salmo 136. La misericordia rende la storia di Dio con il suo popolo una storia di salvezza e mentre ripetiamo con il salmista “il suo amore è per sempre.”, spezziamo “ il cerchio dello spazio e del tempo per inserire tutto nel mistero eterno dell’amore” (Francesco, Misericordiae vultus 7).  E diciamo con il vigore della fede che “non solo nella storia, ma per l’eternità l’uomo sarà sempre sotto lo sguardo misericordioso del Padre.” (Francesco,c.s.). L’ultima Parola è la Prima, Alfa ed Omega: Gesù Cristo è il Volto della misericordia del Padre, in Lui la misericordia è divenuta viva, visibile e ha raggiunto il suo culmine. Chi vede Lui vede il Padre (cfr Gv 14,9). Gesù di Nazareth con la sua parola, con i suoi gesti e con tutta la sua persona rivela la misericordia di Dio (cfr MV 1).2. Tutto ciò ci riempie di gioia santa e di “sentimenti di gratitudine e di ringraziamento verso la S.S.Trinità per averci concesso questo tempo straordinario di grazia” (MV 5). Affidiamo la vita della Chiesa, la vita della Nostra Chiesa Diocesana, “l’umanità intera e il cosmo immenso alla Signoria di Cristo, perché effonda la sua misericordia come la rugiada del mattino per una feconda storia da costruire con l’impegno di tutti nel prossimo futuro” (MV 5). A tutti, credenti o meno “possa giungere il balsamo della misericordia come segno del Regno di Dio già presente in mezzo a noi” (MV 5). 3. Abbiamo vissuto questo Anno Giubilare illuminati dalla parola di Gesù « Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso » (Lc 6,36). L’abbiamo meditata, questa parola, in tutte le sue sfaccettature; abbiamo chiesto allo Spirito Santo di rivelarla ai nostri cuori come stile esistenziale: presente, impresso già nella vita di ognuno come possibilità; abbiamo chiesto di farla risplendere nelle opere e giorni della nostra vita dando la disponibilità  piena della nostra libertà. Il Santo Padre ci ha ribadito innumerevoli volte che “nel nostro tempo, in cui la Chiesa è impegnata nella nuova evangelizzazione, il tema della misericordia esige di essere riproposto con nuovo entusiasmo e con una rinnovata azione pastorale. È determinante per la Chiesa e per la credibilità del suo annuncio che essa viva e testimoni in prima persona la misericordia. Il suo linguaggio e i suoi gesti devono trasmettere misericordia per penetrare nel cuore delle persone e provocarle a ritrovare la strada per ritornare al Padre” (MV 12). 4. Mi piace pensare ad una Diocesi che si sia fatta accogliente, in tutte le sue articolazioni – parrocchie, associazioni, movimenti ecclesiali, confraternite..- di questo annuncio della misericordia di Dio. L’abbiamo seminato dovunque! Personalmente ho grato e commosso ricordo, oltre che delle Celebrazioni di Apertura delle varie Porte Sante/della Misericordia sparse generosamente sul territorio diocesano, dei momenti importanti dei ‘giubilei’ delle varie categorie: il giubileo dei sacerdoti, delle religiose/i, dei catechisti, della famiglia, dei giovani, degli ammalati, dei carcerati, degli anziani ospiti delle case di riposo, delle corali..; questi momenti forti ci hanno felicemente sorpreso per il senso ecclesiale manifestatosi e per il gusto evidente di esporsi alla pioggia della Divina Misericordia ed ai raggi benefici del Sole di giustizia (cfr Ml 3,20). L’aumento dei fedeli che si sono accostati al Sacramento della Riconciliazione; il numero di coloro che hanno partecipato alle catechesi vicariali giubilari del Vescovo, il Pellegrinaggio a Roma. Eventi incoraggianti e fatti che rallegrano la “città di Dio”. Auspico che questi eventi nel Grande Evento si siano trasformati in impulso a proseguire nella comunità  Diocesana con  un forte impegno ad attivare processi di percorsi di annuncio, catechesi, formazione:“nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la perseveranza salverete la vostra vita”(Lc 21,19). Signore fa che neppure un ‘capello’ vada perduto di questa fluente chioma di misericordia donata e dell’intensa gioia di evangelizzare sperimentata!4. La Chiesa ha forte l’urgenza di annunciare la misericordia di Dio. Sa bene che il suo primo ed essenziale compito, soprattutto in tempi complessi come i nostri colmi di grandi speranze e nel contempo di forti contraddizioni, “è quello di introdurre tutti nel grande mistero della misericordia di Dio, contemplando il volto di Cristo. La Chiesa è chiamata per prima ad essere testimone veritiera della misericordia professandola e vivendola come il centro della Rivelazione di Gesù Cristo. Dal cuore della Trinità, dall’intimo più profondo del mistero di Dio, sgorga e scorre senza sosta il grande fiume della misericordia” (MV 25).5. Nel Giubileo Straordinario della Misericordia la Nostra Chiesa Locale ha cambiato anche il suo pastore, il suo Vescovo: abbiamo aperto la Porta Santa della Cattedrale insieme, da solo la chiudo. La tenerezza del Padre riempia i giorni del Vescovo emerito Mario a cui grata guarda la Nostra Assemblea e tutta la Chiesa diocesana e lo colmi delle consolazioni divine; non mancherà mai per lui la nostra preghiera; lo stile misericordioso e fermo del Cristo guidi il sottoscritto a guidare con sollecitudine paterna il popolo che il Signore gli ha affidato e tutti noi a dare di questo stile bella testimonianza sostenuti dalla intercessione di Maria Madre della Misericordia e custoditi dal Principe delle schiere angeliche San Michele. Cosi sia.                                       + Guglielmo, Vescovo

 
Facebooktwitterrssyoutube