Ogni 11 del mese, visitare e pregare per i malati

Pastorale salute

Con il dichiarato intento di ricordare le apparizioni della B.V. Maria a Lourdes e la data di febbraio in cui si celebra la Giornata mondiale del malato, l’Ufficio diocesano per la pastorale della salute propone per ogni undici del mese la “Giornata mensile del malato”. In molte parrocchie della nostra diocesi di Albenga-Imperia, ma così anche in altre parti d’Italia, è consuetudine per il parroco o un suo incaricato fare visita alle persone anziane o malate della comunità che non riescono più a recarsi in chiesa e dare loro l’opportunità di ricevere la Comunione e, se lo richiedono, confessarsi. Cosa comporta il nuovo appuntamento mensile? Cosa richiede di fare o su cosa riflettere? Lo spiegano Don Claudio Chiozzi e il gruppo di lavoro per la pastorale della salute: “Non si vuole celebrare nulla, non ci saranno eventi programmati in quelle date”. Ogni giorno undici del mese, l’ufficio diocesano proporrà temi di pastorale della salute, “per risvegliare l’attenzione sul mondo della malattia, della salute e del volontariato”. Testi e preghiere verranno pubblicati sul sito diocesano, saranno inviati per posta elettronica e diffusi attraverso i vari canali diocesani. “Proponiamo di pregare e far pregare pubblicamente in quel giorno per gli ammalati e per chi se ne prende cura e offrire un’intenzione particolare per la Santa Messa del giorno”. L’ufficio suggerirà una preghiera che la comunità cristiana potrà recitare insieme, potrebbe darsi prima della benedizione al termine della messa, oppure nella recita del rosario. Dal momento che in alcune comunità, anche a motivo delle restrizioni conseguenti la pandemia da Covid19, è diminuita la frequenza della visita ai malati, potrebbe essere utile riprendere con regolarità “la visita dei malati nelle case in quel giorno, così anche loro verranno convolti in questo piccolo programma” – dice il direttore don Claudio Chiozzi – “La Pastorale della salute è stata una delle pastorali della Chiesa congelata dalla pandemia, non perché non aveva più svolto incontri abituali, ma perché ha colpito profondamente i suoi destinatari principali, ossia gli ammalati, dentro e fuori dagli ospedali, case protette, RSA. La distanza è una realtà del cuore, e non solo fisica”. L’ufficio per la pastorale della salute presenta tutto questo come un suggerimento, un incentivo a stare vicino ai malati portando loro il conforto della preghiera e dei sacramenti. In aggiunta a questi suggerimenti, perché non valorizzare la collaborazione di ministri straordinari della distribuzione della santa comunione per fare visita ai malati al termine della messa festiva e portare loro la Comunione.

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