Obolo di San Pietro: un’offerta che può essere di piccola entità, ma è di grande valore simbolico

Manifesta il senso di appartenenza alla Chiesa e amore e fiducia per il Santo Padre. È un segno concreto di comunione con Lui, come successore di Pietro, e anche di attenzione alle necessità dei più bisognosi, di cui il Papa ha sempre cura.

La partecipazione concreta ai bisogni della comunità ecclesiale più ampia ha preso forme diverse lungo la storia, attraverso collette e donazioni di singoli fedeli o di intere chiese locali. Tutti i battezzati sono sempre stati chiamati a sostenere anche materialmente, l’opera di evangelizzazione e al tempo stesso a soccorrere i più bisognosi.

Una pratica che ha origine dalle Sacre Scritture

Gesù nella vita pubblica, dedicata all’annuncio della Buona Novella, accolse aiuti materiali per sostentarsi con il gruppo dei dodici Apostoli (Lc 8, 1-3).  Con tali aiuti si soccorrevano anche i più bisognosi (Gv 12,4-7). Dopo la Pentecoste, nel tempo della Chiesa, si sentì l’esigenza di sostenere chi si dedicava totalmente all’annuncio del Vangelo (1 Tim 5, 17-18). San Paolo, nelle Chiese da lui fondate, motiva la colletta a favore della Chiesa Madre di Gerusalemme che affrontava gravi difficoltà economiche. Così scrisse nella Prima lettera ai Corinzi (16, 1-4): “Riguardo poi alla colletta in favore dei fratelli, fate anche voi come ho ordinato alle Chiese della Galazia. Ogni primo giorno della settimana ciascuno di voi metta da parte ciò che è riuscito a risparmiare, perché le collette non si facciano quando verrò. Quando arriverò, quelli che avrete scelto li manderò io con una mia lettera per portare il dono della vostra generosità a Gerusalemme. E se converrà che vada anch’io, essi verranno con me”.

Attualmente, questa colletta ha luogo in tutto il mondo cattolico, per lo più il 29 giugno o la domenica più vicina alla Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. Quest’anno la raccolta sarà effettuata domenica 30 giugno.

 

 

 

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