Christus vivit!
Carissimi fratelli e sorelle!
- È una grande gioia per me potervi dare anche in quest’ anno del Signore 2023 il formidabile annuncio: Cristo è risorto! Cristo è vivo! Attraverso questo messaggio augurale desidero raggiungervi in ogni casa, in ogni famiglia, in particolare là dove c’è più sofferenza: nei nostri ospedali, nelle nostre numerose case di riposo e residenze sanitarie assistite, nel Carcere di Imperia. Gesù è risorto, il Padre lo ha risuscitato: c’è speranza per tutti, non siamo più sotto il dominio del peccato e del male! Ha vinto l’amore, ha vinto la misericordia!
- Con le donne discepole di Gesù che vanno al sepolcro e lo trovano vuoto, ci chiediamo qual’è il senso di questo avvenimento, che cosa significa che Gesù è risorto? La sorgente di molti malesseri dell’uomo contemporaneo sta nell’aver smarrito il significato di molte delle cose che fa, tra queste c’è il che cosa vuol dire celebrare la Pasqua. Si preferisce stemperare tutto in una festa senza contenuti, che proprio perché è priva di oggetto, permette a tutti di andare d’accordo: di andare d’accordo sul niente! “L’amabile concordanza sul niente”, l’ha chiamata un illustre teologo e pastore.
- La risposta della fede è limpida: il senso della Pasqua sta nell’accogliere il fatto che Gesù di Nazaret è oggi veramente, realmente, corporalmente vivo, significa che l’amore di Dio è più forte del male e della stessa morte; significa che l’amore di Dio può trasformare e far rifiorire le nostre vite inaridite. La potenza dell’amore di Dio questo può! È potenza vivificante. “Egli vive! Occorre ricordarlo spesso, perché corriamo il rischio di prendere Gesù Cristo solo come un buon esempio del passato, come un ricordo, come qualcuno che ci ha salvato duemila anni fa. Questo non ci servirebbe a nulla, ci lascerebbe uguali a prima, non ci libererebbe. Colui che ci colma della sua grazia, Colui che ci libera, Colui che ci trasforma, Colui che ci guarisce e ci conforta è qualcuno che vive. È Cristo risorto, pieno di vitalità soprannaturale, rivestito di luce infinita. Per questo San Paolo affermava: «Se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede» (1 Cor15,17)” (Francesco, Christus vivit 124).
- Tutto ciò che viene dopo: l’attenzione ai poveri, la passione per la giustizia, la difesa dei diritti della persona umana, l’impegno oggi urgentissimo per la pace, la fratellanza cristiana, l’attenzione alla custodia dell’ambiente, addirittura la speranza di una vita futura oltre la barriera della morte, necessitano di questo fondamento. La nostra identità cristiana non si gioca su ‘valori’ o su idee, ma sull’avvenimento della Pasqua di Morte e Risurrezione di Gesù Cristo. Il cristianesimo non è una teoria, ma la notizia strabiliante, l’esperienza sconvolgente, la partecipazione vitale ad un evento reale che è in atto nella storia e nella vita di ciascuno di noi: Cristo è vivo! Abbiamo bisogno di recuperare il senso di Gesù Cristo come avvenimento centrale della storia e questo avvenimento culmina nella Pasqua di Morte Risurrezione di Cristo. “Se riesci ad apprezzare con il cuore la bellezza di questo annuncio e a lasciarti incontrare dal Signore; se ti lasci amare e salvare da Lui; se entri in amicizia con Lui e cominci a conversare con Cristo vivo sulle cose concrete della tua vita, questa sarà la grande esperienza, sarà l’esperienza fondamentale che sosterrà la tua vita cristiana… Perché «all’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva» (Benedetto XVI Deus caritas est, 1)” (c.s.,129).
- Per questo la Pasqua di Risurrezione è una vera e propria provocazione: o credenti o non credenti; la discriminante è la Pasqua di Risurrezione; non si può essere neutrali a riguardo di Gesù non si può scendere a compromessi che riducono il cristianesimo ad un’etica di buoni sentimenti. Come si fa a celebrare la Pasqua e pensare che nulla cambi nelle forme del pensiero e negli ambienti di vita dove i cristiani sono presenti e operanti, come se Gesù Cristo con la sua esplosione di vita desiderasse che tutto rimanga come prima. Nulla è più come prima, se Cristo è risorto ed è vivo tutto cambia, e rendere visibile questo cambiamento è compito dei cristiani. Il credente inserito nella vita nuova del Cristo Risorto mediante il Battesimo, diventa costruttore e testimone di una cultura della Risurrezione. L’incontro con il Signore Risorto non può perdere la sua forza provocatoria e inscialbirsi, sbiadire in una ricerca più o meno riuscita di etiche convergenze e valori accettati universalmente per timore di confrontarsi sulla questione della verità! C’è una pagina nel Libro del Profeta Ezechiele che rende molto bene, seppure con immagini, il prodigio della Pasqua di Risurrezione: “La mano del Signore fu sopra di me e il Signore mi portò fuori in spirito e mi depose nella pianura che era piena di ossa;2mi fece passare tutt’intorno accanto ad esse. Vidi che erano in grandissima quantità sulla distesa della valle e tutte inaridite.3Mi disse: «Figlio dell’uomo, potranno queste ossa rivivere?». Io risposi: «Signore Dio, tu lo sai».4 Egli mi replicò: «Profetizza su queste ossa e annunzia loro: Ossa inaridite, udite la parola del Signore.5 Dice il Signore Dio a queste ossa: Ecco, io faccio entrare in voi lo spirito e rivivrete… 10Io profetizzai come mi aveva comandato e lo spirito entrò in essi e ritornarono in vita e si alzarono in piedi; erano un esercito grande, sterminato. 11 Mi disse: «Figlio dell’uomo, queste ossa sono tutta la gente d’Israele. Ecco, essi vanno dicendo: Le nostre ossa sono inaridite, la nostra speranza è svanita, noi siamo perduti.12Perciò profetizza e annunzia loro: Dice il Signore Dio: Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi risuscito dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nel paese d’Israele” (Ez. 37, 1- 5; 10-12).
- Le ossa inaridite dell’umanità sono penetrate dallo Spirito del Cristo Risorto e hanno vita nuova! Come non cogliere in queste ossa inaridite una metafora delle nostre coscienze spesso inaridite o anestetizzate, indifferenti o corrotte, ubriache di violenza guerrafondaia o propense ad ogni compromesso con il male. Lo Spirito del Risorto irrompe su “questo esercito grande e sterminato” i cui componenti vanno dicendo “la nostra speranza è svanita, noi siamo perduti”! Il Padre fa entrare in loro il suo Spirito e la vita si riaccende, la speranza rifiorisce. Ecco la nostra Pasqua! Dio crea cuori nuovi, rinnovati; cuori capaci di vivere da risorti!
- Pasqua è provocazione della nostra libertà! A noi è donata l’opportunità di accogliere il fatto del sepolcro vuoto e di aprire il cuore allo Spirito del Risorto, la nostra libertà deve decidersi, la neutralità non è contemplata. Quanti deserti l’essere umano deve attraversare anche oggi! Soprattutto il deserto che c’è dentro di lui quando manca l’amore per Dio e per il prossimo, quando manca la consapevolezza di essere custode di tutto ciò che il Creatore ci ha donato e ci dona; la misericordia di Dio può far fiorire anche la terra più arida, può ridare vita alle ossa e ai cuori inariditi (cfr Ez 37,1-14).
- In questa Pasqua di Risurrezione domandiamo a Gesù Risorto di trasformare l’odio in amore, la vendetta in perdono, la guerra in pace. Sì, Cristo è la nostra pace e attraverso di Lui imploriamo pace. Le guerre nel mondo in corso in questo momento sono ben 59 e l’invasione russa dell’Ucraina è solo l’ultimo di un lungo elenco. Pace a tutto il mondo così diviso dall’avidità di chi cerca facili guadagni, ferito dall’egoismo che minaccia la vita umana e la famiglia, egoismo che alimenta la tratta di persone, la schiavitù più estesa in questo ventunesimo secolo; pace a tutto il mondo, dilaniato dalla violenza legata al narcotraffico e dallo sfruttamento iniquo delle risorse naturali! Pace alla nostra patria e pace alle nostre famiglie, pace alla nostra amata diocesi di Albenga-Imperia! Per tutti voi prego e tutti benedico,
il vostro vescovo Guglielmo
Albenga, 2 aprile 2023
Domenica delle Palme e della Passione del Signore