MESSAGGIO AUGURALE DEL VESCOVO PER LA SANTA PASQUA 2017

Come il fiore del mandorlo

1. «Lui è come il fiore del mandorlo: è quello che fiorisce per primo, e annuncia la primavera». (Papa Francesco). Mi affascina l’immagine del fiore di mandorlo che papa Francesco utilizza per parlarci di Colui che sempre è primo e sempre ci precede! Lui il Primogenito dei Risorti da morte che apre la strada all’umanità trascinandola nel suo vortice di luce e di vita. La Risurrezione di Cristo non riguarda in esclusiva solo Lui; Lui risorge prima di noi per regalarcela, ce ne rende partecipi totalmente grazie al suo Spirito, lo Spirito del Risorto, primo dono ai credenti. “O non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo, risorto dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di lui. Infatti egli morì, e morì per il peccato una volta per tutte; ora invece vive, e vive per Dio. Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù” (Rm 6, 3-11). Se siamo morti con Lui vivremo anche con Lui: con-morti, con risorti! 2. É l’annuncio che risuona potente come squillo di tromba nel silenzio nichilistico della storia e dice che la Vita è più forte della morte: “dov’è, o morte, la tua vittoria? Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?” (1Cor 15,55). Annunciare la Vita nella sua pienezza e nella sua eternità, è l’affascinante missione della Chiesa del Risorto. All’uomo smarrito, all’uomo chiuso nel suo ego vorace, all’uomo narcisista insaziabile, mesto, spesso violento, la Chiesa del Risorto annuncia, celebra e testimonia la possibilità di stare in questo mondo in modo alternativo: nell’amore e nella pace e di stare nell’altro mondo, quello dell’eternità beata, nella gioia che mai avrà fine. 3. Lo sconcerto destato dalla recente ennesima strage di bambini e civili uccisi in Siria da gas tossici, dai fatti inquietanti di Stoccolma, dal duplice attacco alle chiese cristiano-copte in Egitto e dalle guerre dimenticate che perdurano, rinnovano la consapevolezza della necessità di una cultura della vita e della pace che si radichino profondamente nelle coscienze individuali e nella coscienza collettiva. La famiglia è il luogo, lo spazio naturale dove si coltiva la cultura della vita e della pace; la famiglia è chiamata oggi a recuperare le sue radici più profonde che penetrano e attingono identità e verità nel Mistero della Santissima Trinità, comunione di persone che si amano e donano eternamente. 4. Nello scenario mondiale di rinnovata tensione, risplende la radice domestica di una politica non violenta; il Santo Padre nel Messaggio per Giornata mondiale della Pace 2017 così si esprime con convinzione profonda: “se l’origine da cui scaturisce la violenza è il cuore degli uomini, allora è fondamentale percorrere il sentiero della nonviolenza in primo luogo all’interno della famiglia…La famiglia è l’indispensabile crogiolo attraverso il quale coniugi, genitori e figli, fratelli e sorelle imparano a comunicare e a prendersi cura gli uni degli altri in modo disinteressato, e dove gli attriti o addirittura i conflitti devono essere superati non con la forza, ma con il dialogo, il rispetto, la ricerca del bene dell’altro, la misericordia e il perdono. Dall’interno della famiglia la gioia dell’amore si propaga nel mondo e si irradia in tutta la società. D’altronde, un’etica di fraternità e di coesistenza pacifica tra le persone e tra i popoli non può basarsi sulla logica della paura, della violenza e della chiusura, ma sulla responsabilità, sul rispetto e sul dialogo sincero” 5. L’Esortazione apostolica Amoris laetitia di Papa Francesco ci sta aiutando molto ad apprezzare e a stimare sempre di più il mistero della famiglia, a godere dell’intima bellezza del progetto di Dio su di essa e a riproporlo con slancio missionario. Gesù, come il fiore del mandorlo, fiorendo per primo, annuncia con la sua Risurrezione la primavera della vita nuova che anche si compone di famiglie nuove. “Se la famiglia riesce a concentrarsi in Cristo, Egli unifica e illumina tutta la vita familiare… Le famiglie raggiungono a poco a poco, «con la grazia dello Spirito Santo, la loro santità attraverso la vita matrimoniale, anche partecipando al mistero della Croce di Cristo, che trasforma le difficoltà e le sofferenze in offerta d’amore» (AL 317).  Ogni momento di gioia, di riposo o di festa, si sperimentano poi come una partecipazione alla vita piena della sua Risurrezione e manifestano la nota pasquale di tutta la vita cristiana. Auguro alla nostra comunità diocesana ed alla Chiesa tutta, un’autentica “primavera della famiglia”! Una famiglia che vive centrata in Cristo risorge a vita nuova partecipando della vitalità del Risorto e diventa spazio in cui si sperimenta la Sua presenza. 6. Affidandovi  a Maria, ‘Donna del terzo giorno’ (T. Bello), Donna della Pasqua, Regina della famiglia, con amore e affetto di Padre e di Pastore invio la mia benedizione a tutte le famiglie della Diocesi, in particolare a quelle che soffrono per problemi di malattia, di mancanza di lavoro, di situazioni di fatica negli affetti: a tutte dico: riscoprite la gioia della preghiera consapevoli che “la preghiera in famiglia è un mezzo privilegiato” per esprimere e rafforzare quella fede pasquale che è il perno della nostra vita di discepoli di Cristo (cfr AL 318). Cristo è risorto, “come il fiore del mandorlo: è quello che fiorisce per primo, e annuncia la primavera!” Albenga, 9 aprile 2017 Domenica delle Palme e della Passione del Signore                                                                                                                             XGuglielmo Borghetti                                                                                                                        Vescovo di Albenga-Imperia

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