In questo tempo di prova e difficoltà per la diffusione del Coronavirus, la Chiesa che è in Italia ha da subito voluto essere vicina alla popolazione con la preghiera e con iniziative volte a dare speranza e aiuto concreto. Vanno in questo senso i comunicati della Segreteria Generale e della Presidenza della Cei in cui, oltre a rimarcare il “senso di responsabilità” richiesto a tutti, si ricorda che “la Chiesa tutta sente una responsabilità enorme di prossimità al Paese”. Non è un caso che tra i gesti di prossimità, la Cei abbia proposto a fedeli, famiglie e comunità la recita del Rosario, il 19 marzo, nella solennità di san Giuseppe, in diretta televisiva, a cui si è unito anche Papa Francesco con un videomessaggio. Come segno di consolazione e di suffragio, venerdì 27 marzo, poi, i Pastori si sono recati da soli a un Cimitero della propria diocesi per affidare alla misericordia del Padre tutti i defunti di questa pandemia e per esprimere, anche in questo modo, la vicinanza della Chiesa a quanti sono nel pianto e nel dolore.
Per testimoniare l’impegno nel continuare a tessere i fili delle comunità, la Segreteria generale della Conferenza episcopale ha lanciato, nei giorni scorsi, Chiciseparera.chiesacattolica.it, un ambiente digitale che raccoglie e rilancia le buone prassi messe in atto dalle diocesi, offre contributi di riflessione e approfondimento, condivide notizie e materiale pastorale. Anche i media della Cei e i media diocesani si sono mobilitati per accompagnare con l’informazione, la riflessione e la preghiera questa fase delicata per l’intero Paese: dal 13 marzo, l’edizione digitale di Avvenire è liberamente accessibile e gratuitamente scaricabile dal sito, previa registrazione; Tv2000 ha ampliato la sua offerta con nuovi appuntamenti religiosi, così come il Circuito InBlu; l’Agenzia Sir ha intensificato la narrazione delle storie di speranza, le testimonianze di quanti si spendono per le persone in difficoltà, le riflessioni su una Quaresima speciale; i giornali diocesani, cartacei e on line, non hanno smesso di raccontare i territori con quella cura che appartiene alla loro tradizione e storia.
Quella italiana però è anche una Chiesa presente in modo particolare nella carità. Per sostenere le 220 Caritas diocesane, sparse sul territorio nazionale, nella loro azione di supporto alle persone in difficoltà, la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana ha stanziato 10 milioni di euro provenienti da donazioni e dall’otto per mille. E, accogliendo una richiesta di sostegno della Fondazione Banco Alimentare Onlus, ha destinato mezzo milione di euro, sempre dai fondi otto per mille, in favore delle attività di una rete che comprende 21 Banchi in tutta Italia. In risposta ad alcune delle tante situazioni di necessità, inoltre, la Presidenza della Cei ha stanziato 6 milioni di euro provenienti dall’otto per mille e ha aperto una raccolta fondi per sostenere le strutture sanitarie e ha destinato altri 6 milioni di euro per aiutare i Paesi africani e altri Paesi poveri nell’attuale situazione di crisi mondiale.
La solidarietà della Chiesa si sta esprimendo, in questi giorni, in particolare attraverso le opere di moltissime diocesi che hanno messo a disposizione strutture per la Protezione Civile, i medici e le persone in quarantena, ma anche risorse economiche e umane per far fronte alle diverse necessità. Si tratta di una vera e propria mappa della carità, ampia e in continuo aggiornamento, per sostenere la quale Caritas Italiana ha lanciato “Emergenza coronavirus: la concretezza della carità”, una campagna di raccolta fondi, della durata di un mese. “I cristiani non si differenziano dagli altri uomini – osserva la lettera A Diogneto-: vivono nella carne, ma non secondo la carne. Vivono sulla terra, ma hanno la loro cittadinanza in cielo”: è con questo atteggiamento di fiducia che la Chiesa italiana sta affrontando questa stagione inedita e complessa, con lo sguardo rivolto alla Pasqua.