Sabato 9 novembre adorazione eucaristica del movimento Pro Sanctitate con il Vescovo Guglielmo

L’amore è rivoluzione. Tutti santi, tutti fratelli.

Tutti santi, tutti fratelli. Quattro parole semplici ed efficaci, immediate ed inequivocabili, eppure composte per metà di un lessico estraneo alla laica quotidianità.

Santi e fratelli: sono parole che rimandano subito all’idea di un mondo diverso e stimolano l’immaginazione verso la rappresentazione di un paesaggio bucolico di biblica memoria… quello che leggiamo in Isaia 11,6-9.

Uno scenario, appunto, immaginario, utopico, lontano da qualsiasi pragmatico realismo.

Lontano nel tempo, perché rimanda ad un mondo altro, quello che verrà; ma anche lontano dalla realtà, perché raffigura una immagine quanto mai distante dalle case e dai luoghi di lavoro e di vita, dagli ambienti che frequentiamo, dalle strade che ogni giorno percorriamo. È un paesaggio senza rumori, quello che descrive Isaia, senza frastuono, senza distrazioni. In una parola: irreale.

Questo forse è il primo rischio interpretativo di un ideale – quello della santità e della fraternità universali – che invece porta con sé una prospettiva quanto mai concreta, reale, attuativa direi.

Ce lo dimostra proprio la vita dei santi: basta conoscere la strada percorsa da questi uomini e queste donne, straordinari nella loro ordinarietà, che hanno vissuto una esistenza tutt’altro che bucolica.

Quelle dei santi sono vite composte di gioie e di dolori, di vittorie e sconfitte, di soddisfazioni e di fatiche, di corse e di cadute. Sono esperienze squisitamente umane, portatrici delle più naturali e spontanee contraddizioni dell’animo.

Eppure abitate prepotentemente da Dio. Trafitte, penetrate, plasmate e trasformate dall’Amore che in loro si manifesta in modo visibile, riconoscibile, e anche potentemente contagioso.

Rivoluzione e amore sono invece due parole assolutamente comuni, ma rimandano a significati fra loro molto distanti. Accostate, ci sembrano un ossimoro, una contraddizione di termini.

La parola Rivoluzione ci ispira immediatamente l’idea del cambiamento, del rovesciamento e del sovvertimento dello status quo. Ad essa la storia accosta spessissimo battaglie e guerriglie più o meno organizzate, vittime e spargimenti di sangue.

Al contrario la parola amore, richiama una idea di concordia, di accoglienza, a volte di paziente sopportazione; insomma potrebbe restituire un’idea opposta a quella di rivoluzione.

Nella figura di Cristo Gesù, le parole santi, fratelli, rivoluzione, amore, si incarnano in perfetta armonia e limpida coerenza, si manifestano nella più trasparente evidenza.

Se guardiamo Lui, le sue scelte e i suoi gesti; se ascoltiamo le sue parole, i suoi insegnamenti… scopriamo che senza armi e senza prepotenza, Gesù è stato l’uomo più rivoluzionario della storia.

No, non vedremo il lupo dimorare accanto all’agnello, né il lattante giocare con una vipera, ma faremo un’esperienza di vita rinnovata, di ritrovata unità.

La rivoluzione che parte dall’impegno di ciascuno, cambia la vita delle famiglie, penetra ogni ambiente, rinnova il volto delle comunità, rende viva, vera ed efficace la missione della Chiesa.

Con questa premessa ad Albenga sabato 09 novembre alle 21:00 nel santuario di Nostra Signora di Pontelungo si terrà l’Adorazione eucaristica organizzata dal Movimento Pro Sanctitate a cui parteciperà il Vescovo Guglielmo. Adorazione aperta a tutte le realtà laiche ed associative presenti in Diocesi.

 

 

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