Ogni anno, i comuni di una regione italiana offrono a turno l’olio per la lampada votiva presso la tomba di san Francesco d’Assisi. A distanza di oltre vent’anni, tocca alla Liguria adempiere a questa tradizione in uso dal 1939, quando Pio XII proclamò san Francesco patrono d’Italia, insieme a santa Caterina da Siena. Ogni diocesi, guidata dal presidente della Conferenza episcopale ligure, il Cardinale Angelo Bagnasco, e dal proprio vescovo, diventa pertanto pellegrina per venerare il santo di Assisi, «icona di Cristo e servo della Chiesa», il quale invita tuttora ad andare alle radici del Vangelo per impetrare da Dio pace e rispetto alla vita in tutte le sue dimensioni. Il breve soggiorno ad Assisi sarà perciò tempo di preghiera, spesso accompagnata da segni, che vanno al di là del semplice dono dell’olio, ma richiedono impegno profondo. Difatti, spiega il Vicario per il coordinamento dell’attività pastorale della diocesi e delegato per il pellegrinaggio, don Pierfrancesco Corsi, che «le sette diocesi liguri saranno presenti insieme per rendere omaggio al santo patrono d’Italia, in onore del quale sarà offerto l’olio per alimentare la lampada votiva che arde nella cripta a lui dedicata».
Le celebrazioni si svolgono, nel pomeriggio del 3 ottobre, nella basilica di Santa Maria degli Angeli ed in quella di San Francesco. La Messa solenne, il giorno della festa di san Francesco, sarà presieduta dal cardinale, Angelo Bagnasco, alla presenza dei vescovi della Regione ecclesiastica ligure, fra i quali Mons. Guglielmo Borghetti. In quanto san Francesco è patrono d’Italia, il calendario delle manifestazioni prevede, per lunga tradizione, anche un risvolto civile. Agli appuntamenti del mattino intervengono infatti il rappresentante del Governo italiano e le massime autorità regionali, provinciali e comunali e il Governatore della Regione Liguria. Durante la concelebrazione eucaristica sarà il sindaco di Genova a consegnare l’olio per la lampada che arde nella cripta del santo patrono. Ci sono pertanto tutti gli ingredienti – constata ancora don Corsi – «necessari a rendere il pellegrinaggio ad Assisi un mezzo di spiritualità francescana, che, partendo dalla sua origine, consente di gustare la gioia e l’entusiasmo di chi evangelizza e di seguire oggi le orme del santo patrono. Entusiasmo e gioia a cui ci richiama Papa Francesco».
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