“Tutti sperano. Nel cuore di ogni persona è racchiusa la speranza come desiderio e attesa del bene, pur non sapendo che cosa il domani porterà con sé. L’imprevedibilità del futuro, tuttavia, fa sorgere sentimenti a volte contrapposti: dalla fiducia al timore, dalla serenità allo sconforto, dalla certezza al dubbio. Incontriamo spesso persone sfiduciate, che guardano all’avvenire con scetticismo e pessimismo, come se nulla potesse offrire loro felicità. Possa il Giubileo essere per tutti occasione di rianimare la speranza”. Così, con il primo articolo della bolla di indizione del Giubileo Ordinario, il Santo Padre, ha invitato la Chiesa universale a mettersi in cammino verso le tombe dei Santi Pietro e Paolo, spinti dalla “Speranza che non confonde”, Gesù Cristo, nostro salvatore. La nostra Diocesi ha risposto a questo appello in vari modi tra Chiese Giubilari, Giubilei diocesani e vicariali dei Malati ma un punto che risulterà centrale sarà il pellegrinaggio a Roma svoltosi dal 14 al 16 marzo. Da Albenga sono partiti tre pullman di pellegrini guidati dal nostro Vescovo, Mons. Guglielmo Borghetti. Qualche giorno prima della partenza si è svolto un incontro propedeutico al pellegrinaggio nel quale il Vescovo ha sottolineato come “il Giubileo sia un evento che rafforza la nostra fede, è una boccata di ossigeno per la nostra fede. Perché la fede ricevuta in eredità dai nostri genitori e da chi che ci ha preceduti è un dono che va rinnovato”. Il 14 sotto un cielo uggioso siamo partiti dai vari punti della diocesi (Imperia, Pieve di Teco, Albenga, Loano, ecc.) per trovarsi tutti insieme a Roma per la celebrazione dell’Eucarestia in Santa Maria Maggiore, nella quale il Vescovo ha esortato, per i giorni del pellegrinaggio e non solo, a guardare a Maria la quale “genera eternamente il Figlio e ce lo offre”, la quale “aiuta ad essere i cristiani persone dell’oltre: oltre sé stessi e oltre le umane concezioni nella luce di Cristo”. Terminata la funzione si è proseguito per una visita e una preghiera a San Giovanni in Laterano. Il pomeriggio del 15 marzo, dopo aver fatto al mattino un giro per Roma tra palazzi e chiese, si è svolto il pellegrinaggio per il passaggio della Porta Santa di San Pietro conclusosi con l’Eucarestia celebrata all’Altare della Cattedra, dove il Vescovo, commentando il Vangelo della II Domenica di Quaresima (la Trasfigurazione) ha invitato i sacerdoti e i fedeli a “partecipare alla a vita bella di Cristo che è il coronamento della nostra vita. La Quaresima, nei suoi 40 giorni, ci aiuta a ricordare che la nostra vita è un esodo, un essere in cammino per poter incontrare il bel volto, splendente di Cristo”. Il 16 Marzo, prima del rientro, i pellegrini hanno vissuto un ultimo momento di grazia con la visita alla quarta e ultima basilica giubilare: San Paolo Fuori le mura. Un pellegrinaggio che, nonostante la sua brevità ha lasciato un segno in tutti e uno sprone ad andare avanti sulla strada della Fede, seguendo Cristo, la vera Speranza. Durante il viaggio di ritorno i pellegrini hanno donato alcune impressioni su quanto provato e vissuto in questi tre giorni; elemento comune è stata “la sensazione più profonda che ho sentito è stata nel momento in cui, avviandoci verso la Porta Santa, una Chiesa particolare, insieme ad altre Chiese, dando l’impressione, la sensazione di unità, cioè di Chiesa universale che cammina unita”. Altri hanno fatto presente come il pellegrinaggio sia stato arricchito da vari elementi, tra cui in primis “le celebrazioni dell’Eucarestia, su tutte la celebrazione in Eucarestia in San Pietro, resa ancora più sentita dalla presenza di un coro e dal diffuso clima di raccoglimento nonostante le migliaia di persone presenti in Basilica”. Un altro elemento che ha dato sapore e gusto sono state le omelie del Vescovo “che hanno guidato il pellegrinaggio e che hanno concretizzato la Speranza”. La Speranza che, come riporta il numero 25 della bolla di indizione, “attraverso di noi diventi contagiosa per quanti la desiderano. Possa la nostra vita dire loro: «Spera nel Signore, sii forte, si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore» (Sal 27,14). Possa la forza della speranza riempire il nostro presente, nell’attesa fiduciosa del ritorno del Signore Gesù Cristo”.