Presieduta da papa Francesco, si è svolta, lunedì scorso, la riunione del Concistoro ordinario pubblico per il voto su sette cause di canonizzazione. Sono stati dichiarati santi della Chiesa cattolica cinque uomini e due donne. Non si ha tuttavia nessuna data della celebrazione, a causa della pandemia in corso. L’evento sarà stabilito in un altro momento. Questi nuovi santi sono espressione della Chiesa cattolica perché, ha riferito il cardinale Semeraro, «hanno testimoniato Cristo con il dono della vita o l’esercizio della carità». Oltre al beato Charles de Foucauld, che scelse di andare missionario nel cuore del Sahara, la diocesi di Albenga-Imperia rende grazie a Dio per la canonizzazione della beata Maria Francesca di Gesù, al secolo Anna Maria Rubatto, fondatrice a Loano delle suore terziarie cappuccine, presenti ancor oggi nella cittadina ligure. Nata a Torino, nel 1844, si dedica dapprima all’assistenza dei poveri del capoluogo piemontese e alla visita dei malati, soprattutto nel Cottolengo, impegnandosi anche nell’oratorio di san Giovanni Bosco. Nel 1885, si trasferisce a Loano, dove fonda l’Istituto religioso femminile, per salpare poi nell’America Latina, dove si rimette a disposizione dei poveri, fino a coinvolgere, nel 1892, le sue suore, che da Montevideo, giungono nel resto dell’Uruguay, in Argentina e Brasile. Non abbandona però Loano, costringendosi ad attraversare per sette volte l’oceano al fine di accompagnare e visitare le religiose. Tornò alla Casa del Padre, nel 1904, a Montevideo e fu beatificata da Giovanni Paolo II, nel 1993. La congregazione, intanto, nel 1909, viene aggregata all’ordine dei frati minori cappuccini ed è approvata definitivamente dalla Santa Sede, nel 1916. Le Figlie di Madre Rubatto, come vengono confidenzialmente chiamate, svolgono assistenza ad ammalati e poveri, attività catechistica, oltre che in Italia e nell’America Latina, in Camerun, Kenya ed Eritrea. La sede generalizia si trova a Roma, mentre conta l’opera di circa 400 religiose e una settantina di istituti. In diocesi sono due le case religiose: il convento di Loano, che madre Rubatto scelse per iniziare il percorso monastico e per anni Casa Madre dell’ordine religioso e l’antico orfanotrofio Madonnina del Tembien, ad Albenga, attualmente affidato a tre suore provenienti dall’Eritrea. Mentre il primo chiostro è abitato da sei sorelle, messe al servizio di una casa di riposo, ad Albenga le suore sono tre e svolgono attività di ambulatorio a favore dei cittadini e di volontariato alla Mensa del cuore della parrocchia del Sacro Cuore e l’assistenza volontaria presso l’Istituto Trincheri.
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