Le religiose della nostra diocesi hanno iniziato sabato 30 settembre il loro anno pastorale nel seminario vescovile con la presenza del Vescovo Mons. Guglielmo Borghetti che ha dettato loro una ampia riflessione sulla vita consacrata con particolare riferimento all’esortazione apostolica postsinodale di San Giovanni Paolo II “Vita Consacrata” del 1994 e il successivo testo della Congregazione dei religiosi “Ripartire da Cristo”. Ha iniziato il suo intervento sottolineando come la vita consacrata sia un carisma permanente che si pone nel cuore stesso della Chiesa perché appartiene intimamente alla sua vita, alla sua santità e alla sua missione. Potranno mutare le forme, sottolinea il Vescovo, potranno concludere la loro storia degli istituti, ma mai la vita religiosa verrà a mancare per il ruolo importante che riveste in seno al popolo di Dio. Citando un passo di V.C. ha detto:“Le persone consacrate chiamate a porre la propria esistenza a servizio della causa del Regno di Dio, lasciando tutto e imitando da vicino la forma di vita di Gesù Cristo, assumono un ruolo eminentemente pedagogico per l’intero popolo di Dio” (V.C. 1). Ma come questo può avvenire? Come interpretare i segni dei tempi in una realtà come la nostra, in cui abbondano le zone d’ombra e di mistero? Occorre che il Signore stesso, come con i discepoli in cammino verso Emmaus, si faccia nostro compagno di viaggio e ci doni il suo Spirito. Lui solo, presente tra noi, può farci comprendere pienamente la sua Parola e attualizzarla, può illuminare le menti e scaldare i cuori. “Ecco io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt28,20) Il Signore risorto è rimasto fedele a questa promessa. La vita consacrata, come recita il documento RC, nel continuo succedersi ed affermarsi di forme sempre nuove, è già in sé stessa un’eloquente espressione di questa sua presenza, quasi una specie di Vangelo dispiegato nei secoli. Essa appare infatti come un prolungamento nella storia di una speciale presenza del Signore Risorto… La società odierna attende di vedere in loro il riflesso concreto dell’agire di Gesù, del suo amore per ogni persona. (RC 2) Su queste significative e fondanti espressioni l’invito del nostro Vescovo a incentrare la nostra vita sulla ricerca del volto del Signore, ad avere il cuore, gli affetti, gli interessi, i sentimenti di Gesù, a fare nostro programma l’espressione paolina: “Per me vivere è Cristo” e poter dire così “Non sono più io a vivere ma Cristo in me”. Meravigliosa avventura che ci deve ogni giorno trovare pronte per dire il nostro “SI” a Dio con la preghiera, l’accettazione del quotidiano con i nostri limiti, le nostre sofferenze coinvolgendoci nelle più disparate situazioni esistenziali. Ogni stagione della vita ha i suoi frutti da portare, ha il suo raggio sfolgorante di luce da trasmettere all’umanità, ha la sua forza di profezia, di speranza e d’amore da condividere, la religiosa non si deve mai arrestare, accogliendo l’invito di Gesù “duc in altum” a prendere il largo. Cristo è l’ideale della vita religiosa, centro della nostra vita. Il per me vivere è Cristo, un programma mai pienamente realizzato, vissuto in un cammino in Cristo, con Cristo e per Cristo. Il fraterno dialogo con il nostro Pastore ha consentito un ulteriore arricchimento vicendevole sfociato nella lode e ringraziamento al Signore per il dono della vocazione e lo stupendo importante compito affidatoci nella Chiesa e nel mondo da Cristo stesso con la sua chiamata.La segretaria dell’USMI, suor Narcisa Bortolotti, ha poi presentato il programma federativo dell’anno che si prefigge, nei diversi appuntamenti, di aiutare le religiose ad acquisire una sempre maggiore consapevolezza della propria identità, di scoprire la gioia dell’amore mediante una vita spesa in pienezza nel dono, nel vivere l’appartenenza alla vita ecclesiale nei suoi percorsi, mettendo in luce la spiritualità dei singoli carismi. La preghiera e il pranzo in fraternità hanno concluso l’incontro rinnovando nel cuore di tutte la gioia di continuare con generosità a seguire il Maestro… lo Sposo.
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