Conferenza di don Ugolini su “Relazione, rispetto e responsabilità”.
Lo scorso giovedì, in un’aula gremita del Seminario vescovile in Albenga, don Gottfried Ugolini, della diocesi di Bressanone-Bolzano e membro del Servizio per la Tutela del Minore della C.E.I., ha tenuto una conferenza dal titolo “Relazione, rispetto e responsabilità”. Incontro intenso e denso, difficile da riassumere con poche parole. Infatti, il relatore ha messo a disposizione le slides proiettate durante la conferenza.
Gli abusi sessuali son sempre avvenuti, in ogni epoca, cultura e sempre son stati considerati un tabù da occultare. Si configurano come un abuso di relazione, fiducia, potere e coscienza.
Come si diceva poc’anzi, le statistiche rivelano come essi avvengano sia in strutture “chiuse” che “liberali”, per i due terzi in famiglia o ambito familiare, quindi il mito del celibato come incentivo all’abuso è da sfatare perché non è minimamente collegato all’evento. Ma sebbene non sia una causa, la Chiesa deve impegnare tutte le sue forze per sradicare i casi, poiché il suo “mandato” la interpella e le richiede di essere “leader profetico” di promozione umana. Il discorso non è solo rivolta ai sacerdoti, ma ad ogni persona che lavora e interagisce con i membri delle nostre comunità. La prima domanda da porsi è come viviamo le nostre relazioni, quale etica relazionale applichiamo. Il secondo ambito di domande riguarda il rispetto: come ci confrontiamo, quanta attenzione e tatto ci mettiamo. Il terzo filone è la responsabilità, personale e sociale, quale visione antropologica dell’uomo abbiamo. Per capire meglio riportiamo la definizione che l’Organizzazione Mondiale della Sanità dà dell’abuso: “L’abuso o il maltrattamento sull’infanzia è rappresentato da tutte le forme di cattivo trattamento fisico e/o affettivo, abuso sessuale, incuria o trattamento negligente nonché sfruttamento sessuale o di altro genere che provocano un danno reale o potenziale alla salute, alla sopravvivenza, allo sviluppo o alla dignità del bambino, nell’ambito di una relazione di responsabilità, fiducia o potere”. Secondo le statistiche il 90% di coloro che abusano son uomini sposati, di ogni tipo di cultura, rispettabili, campioni di manipolazione, capaci di coinvolgere e “annebbiare” l’ambiente in cui agiscono. Nello specifico ecclesiastico, sono i sacerdoti tra gli 8 e i 14 anni di ordinazione sacerdotale i più vulnerabili a compiere tali atti. Come ricorda don Ugolini, per un chierico tale abuso non è andare contro il sesto comandamento ma contro il primo e il secondo: divento io il tuo Dio. Al sacerdote, così come ad ogni uomo, è richiesta un’etica professionale e vocazionale, come ricordava il relatore, una maturità, psico–affettiva.