La Cancelleria della Diocesi ha comunicato che sono stati pubblicati i cartoncini con i testi per la benedizione delle famiglie. Il rito è antico nelle Chiese particolari ed è sorto per avere un incontro fra il sacerdote e i fedeli, che fino a pochi anni fa in diocesi si svolgeva nel periodo pasquale. La scarsità di vocazioni sacerdotali e l’aumento di popolazione nei centri cittadini hanno costretto i parroci ad organizzarsi per benedire le case e le persone anche in un periodo liturgico diverso da quello pasquale, a cominciare in qualche luogo nel periodo dell’Avvento o all’inizio dell’anno civile. La benedizione delle famiglie, in passato detta popolarmente “benedizione delle case” si presentava come un segno sacro istituito dalla Chiesa sotto forma di “sacramentali”, che, pur istituiti dalla Chiesa, “non conferiscono – spiega il Catechismo della Chiesa Cattolica – la grazia dello Spirito Santo alla maniera dei sacramenti; però mediante la preghiera della Chiesa preparano a ricevere la grazia e dispongono a cooperare con essa”. Si tratta di forme religiose popolari, inneggianti a Dio e che a Lui si affidano “per ottenere i suoi doni”, in quanto connesse ai sacramenti e accolte dalla Chiesa, che “impartisce la benedizione – insiste il Catechismo – invocando il nome di Gesù, e facendo normalmente il santo segno della croce di Cristo”.
Nessuna meraviglia, dunque, se nel cartoncino della benedizione delle famiglie 2018 emerge la parola del nostro Vescovo, Mons. Guglielmo Borghetti, con la quale, rifacendosi alla tradizione cristiana e agli insegnamenti dei Padri della Chiesa, egli manifesta la sua vicinanza alle famiglie. «Il vostro vescovo – scrive tra l’altro il presule – vi segue, vi osserva, vi ama e prega per voi ogni giorno: vuole darvi tutto Gesù, vuole aiutarvi ad incontralo, conoscerlo ed amarlo! So quanto spesso è fatica portare avanti la vita di ogni giorno; ogni famiglia ha i suoi problemi: salute, lavoro, finanza, dissapori e divisioni, lutti; ma anche le sue gioie: una gravidanza inaspettata, la nascita di un bambino, il veder crescere i figli nella serenità e nella positività, le soddisfazioni sul posto di lavoro, lo sperimentare la fraternità, la solidarietà e l’amicizia tra parenti e vicini di casa, la presenza di anziani che ci illuminano il cammino con il loro consiglio saggio e tante altre cose belle che costellano il cammino della famiglia: questi sono segni della risurrezione in atto e che ci fanno sentire “rigenerati per una speranza viva per mezzo della Risurrezione di Gesù Cristo dai morti”».
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