Alla Facoltà Teologica del Triveneto: pastoral counseling

La nuova frontiera del prendersi cura

Il 20 aprile 2018 le realtà accademiche e formative italiane che si occupano di relazione d’aiuto pastorale (pastoral counseling) si sono incontrate a Padova nel convegno promosso dalla Facoltà Teologica del Triveneto “Conoscere se stessi. Identità e finalità del pastoral counseling”. Una giornata di confronto e di scambio su una pratica e una figura (il pastoral counselor) che in Italia sono ancora molto giovani e impegnate a trovare un proprio posto nell’ambito delle professioni di aiuto. L’obiettivo del counseling è prendersi cura della persona, in modo autentico e competente, per migliorare la qualità della vita. Si tratta di un argomento inedito per il contesto italiano e ancor più per il mondo ecclesiale cattolico, dove si stanno sviluppando alcune esperienze di pastoral counseling finalizzate ad aiutare la persona – mediante un dialogo in un contesto di fede – a superare disagi – non patologici – legati alle relazioni familiari o personali o alla stima di sé. L’efficacia terapeutica della parola, comune al counseling di ambito psicologico, qui si unisce alla dimensione religiosa e spirituale, che gioca un ruolo determinante, caratterizzando e qualificando la proposta di aiuto “pastorale”. Viene così introdotta – accanto alle tradizionali figure del padre spirituale e del confessore – la nuova figura del pastoral counselor. In Nord America il pastoral counselor è professionalità riconosciuta ormai da decenni e oggi la frontiera più avanzata nella cura pastorale si basa sulle acquisizioni scientifiche dall’emergente campo degli studi sulle neuroscienze contemplative, come ha testimoniato al convegno Kirk Bingaman, pastore presbiteriano, professore di Pastoral Care and Counseling alla Fordham University di New York, tra i maggiori esperti internazionali in materia. In Italia la diffusione del pastoral counseling, e soprattutto della figura del pastoral counselor, è ancora molto incerta e limitata per diversi motivi, il vescovo Guglielmo Borghetti, iniziatore dell’Istituto Studi e Ricerche di Pastoral Counseling di Albenga-Marina di Massa e p. Angelo Brusco, direttore del Centro camilliano di formazione di Verona hanno sottolineato come il pastoral counseling è un ministero, una vera e propria diaconia ecclesiale della e nella comunità cristiana che occupa un suo specifico posto accanto alla predicazione, alla celebrazione liturgica e all’insegnamento. Il pastoral counselor lavora in un contesto ecclesiale; la sua attività pastorale non può fare astrazione dalla comunità che egli serve. Egli utilizza conoscenze specifiche e tecniche della psicologia e delle scienze umane del comportamento, ma riconosce Dio come agente ultimo della relazione e della crescita umana e spirituale della persona che chiede aiuto per le più diverse difficoltà della vita: fallimento, lutto, problemi educativi, familiari, finanziari, solitudine, malattie, paura della morte… Tutte le questioni vitali, anche le più ordinarie, sono suscettibili di essere confrontate al Vangelo e considerate alla luce della fede in Gesù Cristo, l’uomo perfetto. Sul territorio nazionale sono presenti alcuni eccellenti centri di formazione, che hanno portato la loro esperienza al convegno: l’Istituto Studi e ricerche di pastoral counseling (rappresentato dal fondatore, Mons. Guglielmo Borghetti, vescovo di Albenga-Imperia), il Centro camilliano di formazione (con il fondatore e direttore Angelo Brusco, formatosi in USA e Canada), il Pontificio Istituto di spiritualità Teresianum (con il docente emerito e supervisor counselor Luis Jorge Gonzalez), il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II (con il preside mons. Pierangelo Sequeri), l’Istituto superiore per formatori di Brescia (con il direttore Andrea Peruffo), lo Iusve di Venezia (con il direttore del Dipartimento di Pedagogia, Vincenzo Salerno); e ancora sono intervenute le voci di Ines Testoni, docente di Psicologia sociale all’Università di Padova, fondatrice e direttrice del master “Death Studies & End of Life”, e di Barbara Marchica, counselor pastorale che ha conseguito il dottorato presso la Facoltà teologica del Triveneto con una tesi su “Identità e finalità del Pastoral Counseling. La dinamica della coscienza tra interiorità e conoscenza di sé sullo sfondo dell’antropologia teologica di B. Lonergan”. Alla riflessione di carattere teorico sull’identità e finalità della relazione d’aiuto pastorale offerta dal convegno della Facoltà teologica del Triveneto è seguito, sabato 21 aprile, un workshop di taglio più pratico. Scopo della proposta, sviluppata sul tema “Le 7 risorse del pastoral counseling. Migliorare e potenziare le relazioni interpersonali”, è offrire un’esperienza sulla conoscenza di sé, capace di mostrare il rapporto intrinseco tra teoria e pratica. Gli eventi sono stati organizzati da Facoltà Teologica del Triveneto in collaborazione con Iusve-Istituto universitario salesiano Venezia, Istituto superiore per formatori, AssoCounseling e con il sostegno del Servizio nazionale per gli studi superiori di teologia e di scienze religiose della Conferenza episcopale italiana.

 
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