Siamo disponibili ad accogliere ed accompagnare le classi per una visita guidata, che porterà ad apprezzare il patrimonio inestimabile, qui raccolto e tutelato, proprio perché solo conoscendolo può rimanere “vivo” nei cuori e nelle menti dei ragazzi.
“La necessità di una memoria è connaturata all’esistenza di una società, all’esistenza stessa della vita” (E. Lodolini).
La scuola rivendica un ruolo privilegiato con la propria specifica comunità ed è l’alleato naturale degli archivi, biblioteche, musei… per un approccio, dapprima, pieno di stupore e, poi, consapevole delle fonti informative.
“Un libro che giaccia ozioso in uno scaffale è un bene sprecato. Oggi i libri sono i nostri vecchi. Non ce ne rendiamo conto, ma la nostra ricchezza rispetto all’analfabeta -o a chi, alfabeta, non legge- è che lui sta vivendo e vivrà solo la sua vita e noi ne abbiamo vissute moltissime” (Umberto Eco).
Entrando nell’Archivio Diocesano troviamo la sezione parrocchiale.
Nel 1984 Sua eccellenza Mons. Alessandro Piazza (vescovo in Albenga dal 1965 al 1990) ha decretato che fossero ritirati gli archivi parrocchiali della Diocesi fino al 1870, avendo preso atto della crescente difficoltà per la conservazione e custodia di questi libri di battesimo, matrimonio, morte, cresime, cura animarum, confraternite,… che sono l’unica memoria “registrata” delle nostre origini.
“Le lettere hanno il potere di trasmetterci in silenzio le parole di coloro che sono assenti” (S. Isidoro di Siviglia).
Il percorso della visita ha il suo nucleo centrale nella illustrazione della ricca collezione di libri liturgici miniati in pergamena, scritti nel carattere gotico dei secoli XII-XV, alcuni dei quali portano sul frontespizio lo stemma del Vescovo di Albenga (nel periodo 1476-1513) Leonardo Marchese.
Non mancheremo di mostrare codici cui sono state strappate lettere miniate su foglie d’oro, proprio perché i ragazzi possano rendersi conto di come queste opere abbiano bisogno della nostra tutela.
Accanto ad opere uniche nel loro genere come il Sacro e vago giardinello (opera manoscritta in cui il vescovo Pier Francesco Costa ricostruisce la storia delle chiese di Albenga nell’anno 1624), mostreremo una pergamena che riporta la veduta di Albenga del 1632, disegnata ad inchiostro e acquerello.
Infine si cercherà di spiegare come si è formato l’Archivio Diocesano (comprende 285 filze, 450 faldoni), come è stato condotto l’intervento di inventariazione e riordino delle carte.
“La necessità di una memoria è connaturata all’esistenza di una società, all’esistenza stessa della vita” (E. Lodolini).
La scuola rivendica un ruolo privilegiato con la propria specifica comunità ed è l’alleato naturale degli archivi, biblioteche, musei… per un approccio, dapprima, pieno di stupore e, poi, consapevole delle fonti informative.
“Un libro che giaccia ozioso in uno scaffale è un bene sprecato. Oggi i libri sono i nostri vecchi. Non ce ne rendiamo conto, ma la nostra ricchezza rispetto all’analfabeta -o a chi, alfabeta, non legge- è che lui sta vivendo e vivrà solo la sua vita e noi ne abbiamo vissute moltissime” (Umberto Eco).
Entrando nell’Archivio Diocesano troviamo la sezione parrocchiale.
Nel 1984 Sua eccellenza Mons. Alessandro Piazza (vescovo in Albenga dal 1965 al 1990) ha decretato che fossero ritirati gli archivi parrocchiali della Diocesi fino al 1870, avendo preso atto della crescente difficoltà per la conservazione e custodia di questi libri di battesimo, matrimonio, morte, cresime, cura animarum, confraternite,… che sono l’unica memoria “registrata” delle nostre origini.
“Le lettere hanno il potere di trasmetterci in silenzio le parole di coloro che sono assenti” (S. Isidoro di Siviglia).
Il percorso della visita ha il suo nucleo centrale nella illustrazione della ricca collezione di libri liturgici miniati in pergamena, scritti nel carattere gotico dei secoli XII-XV, alcuni dei quali portano sul frontespizio lo stemma del Vescovo di Albenga (nel periodo 1476-1513) Leonardo Marchese.
Non mancheremo di mostrare codici cui sono state strappate lettere miniate su foglie d’oro, proprio perché i ragazzi possano rendersi conto di come queste opere abbiano bisogno della nostra tutela.
Accanto ad opere uniche nel loro genere come il Sacro e vago giardinello (opera manoscritta in cui il vescovo Pier Francesco Costa ricostruisce la storia delle chiese di Albenga nell’anno 1624), mostreremo una pergamena che riporta la veduta di Albenga del 1632, disegnata ad inchiostro e acquerello.
Infine si cercherà di spiegare come si è formato l’Archivio Diocesano (comprende 285 filze, 450 faldoni), come è stato condotto l’intervento di inventariazione e riordino delle carte.