Omelia del Vescovo per la Santa Messa del 31 dicembre 2017 – Te Deum

1.Mentre anche quest’anno volge al termine, siamo raccolti questa sera nella nostra amata Cattedrale di San Michele per celebrare la Solennità di Maria Santissima Madre di Dio. La liturgia fa coincidere questa significativa festa mariana con la fine e l’inizio dell’anno solare. Alla contemplazione del mistero della divina maternità si unisce pertanto il cantico della nostra gratitudine per il 2017 che tramonta e per il 2018 che già intravediamo. Il tempo passa e il suo scorrere inesorabile ci induce a volgere lo sguardo con intima riconoscenza a Colui che è eterno, al Signore del tempo. Ringraziamolo insieme, qui nella Chiesa Madre della Diocesi, a nome dell’intera Comunità diocesana di Albenga-Imperia. 2. Nella pagina della Lettera ai Galati, san Paolo, parlando della liberazione dell’uomo operata da Dio con il mistero dell’Incarnazione, accenna in maniera molto discreta a Colei per mezzo della quale il Figlio di Dio è entrato nel mondo: “Quando venne la pienezza del tempo Dio mandò il suo Figlio, nato da donna” (Gal 4,4). Nella “donna” la Chiesa contempla i lineamenti di Maria di Nazaret, donna singolare perché chiamata a realizzare una missione che la pone in strettissimo rapporto con Cristo: anzi, un rapporto assolutamente unico, perché Maria è la Madre del Salvatore. Con altrettanta evidenza, però, possiamo e dobbiamo affermare che è madre nostra perché, vivendo la sua singolarissima relazione materna con il Figlio, ne ha condiviso la missione per noi e per la salvezza di tutti gli uomini. ContemplandoLa, la Chiesa scorge in Lei i tratti della propria fisionomia: Maria vive la fede e la carità; Maria è una creatura, salvata anch’essa dall’unico Salvatore; Maria collabora all’iniziativa di salvezza dell’intera umanità. Così Maria costituisce per la Chiesa la propria immagine più vera: Colei nella quale la Comunità ecclesiale deve continuamente scoprire il senso autentico della sua vocazione e del proprio mistero. Questo breve ma denso brano paolino prosegue poi mostrando come il fatto che il Figlio abbia assunto la natura umana apra la prospettiva di un radicale mutamento della stessa condizione dell’uomo. Vi si dice che “Dio mandò il suo Figlio… per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l’adozione a figli” (Gal 4,5). Il Verbo incarnato trasforma dall’interno l’esistenza umana, partecipando a noi il suo essere Figlio del Padre. Si è fatto come noi per farci come Lui: figli nel Figlio, dunque uomini liberi dalla legge del peccato. Ed è questo il motivo fondamentale per elevare a Dio il nostro ringraziamento. Un ringraziamento ancor più motivato alla fine di un anno, considerando i tanti benefici e la costante sua assistenza che abbiamo sperimentato nell’arco dei dodici mesi trascorsi. Per questo ogni comunità cristiana, questa sera, si raccoglie e canta il Te Deum, tradizionale inno di lode e di azione di grazie alla Santissima Trinità. 3. Cantando pregheremo: “Te ergo, quaesumus, tuis famulis subveni, quos pretioso sanguine redemisti – Soccorri, te ne preghiamo, i tuoi figli, Signore, che hai redento col tuo sangue prezioso“. Questa è la nostra preghiera, stasera: soccorri, Signore, con la tua misericordia gli abitanti della nostra Città e di tutto il territorio diocesano, nel quale, come altrove, gravi carenze e povertà pesano sulla vita delle persone e delle famiglie, impedendo di guardare al futuro con fiducia; non pochi, soprattutto giovani, sono attratti da una falsa esaltazione o, meglio, profanazione del corpo e dalla banalizzazione della sessualità; come enumerare poi le molteplici sfide che, legate al consumismo e al secolarismo, interpellano i credenti e gli uomini di buona volontà? Anche ad Albenga-Imperia si avverte quel deficit di speranza e di fiducia nella vita che costituisce il male “oscuro” della moderna società occidentale. 4. Ma se evidenti sono le deficienze, non mancano però le luci e i motivi di speranza su cui implorare la speciale benedizione divina. Proprio in questa prospettiva, cantando il Te Deum pregheremo: Salvum fac populum tuum, Domine, et benedic hereditati tuae Salva il tuo popolo, Signore, guarda e proteggi i tuoi figli che sono la tua eredità“. O Signore, guarda e proteggi, in particolare, la comunità diocesana impegnata con crescente vigore sulla frontiera del Progetto pastorale…Senza clamori, con paziente fiducia, cerchiamo di far fronte alla emergenza famiglia, ed è senz’altro confortante constatare che il lavoro intrapreso in questi ultimi anni dall’Ufficio per la pastorale famigliare, dalle parrocchie, dai movimenti e dalle associazioni per la pastorale familiare continua a svilupparsi e a portare i suoi frutti, ma quanta strada ancora da percorrere1 5. Proteggi, Signore, le iniziative missionarie che coinvolgono il mondo laicale: la cara ACI, i nostri movimenti, (CL, Cursillos, Rns, TLS) esse stanno crescendo e vedono un numero ormai rilevante di persone assumersi la responsabilità e la gioia dell’annuncio e della testimonianza del Vangelo. In questo contesto, come non ringraziare Dio per il prezioso servizio pastorale offerto al mondo dalle nostre scuole paritarie (polo diocesano Redemptoris Mater, Istituto Don Bosco di Alassio, Suore Misericordia etc.) 6. Benedici, Signore, i molti giovani e adulti che negli ultimi anni si sono consacrati al sacerdozio per servire la Diocesi: quest’anno ben 2 diaconi hanno ricevuto l’Ordinazione presbiterale; tre giovani sono in cammino di preparazione al sacerdozio a Genova ed altri, ancora non usciti dall’anonimato, stanno riflettendo e pregando per intraprenderlo. Qualche piccola luce si accende anche nel campo delle vocazioni alla vita religiosa femminile. Tre Chiese consacrate, i 100 anni della presenza in Imperia degli Oblati di San Giuseppe. L’elevazione a Basilica della Collegiata di San Giovanni, l’inaugurazione della Locanda del buon Samaritano e la ri-nascita della Caritas diocesana…

7. “In te, Domine, speravi: non confundar in aeternumSignore, tu sei la nostra speranza, non saremo confusi in eterno”. L’inno maestoso del Te Deum si chiude con questo grido di fede, di totale fiducia in Dio, con questa solenne proclamazione della nostra speranza. È Cristo la nostra speranza “affidabile”. Ma la nostra speranza è sempre essenzialmente anche speranza per gli altri, e soltanto così essa è veramente speranza anche per ciascuno di noi (cfr Spe salvi, 48). Cari fratelli e sorelle della Chiesa di Albenga-Imperia, chiediamo al Signore che faccia di ciascuno di noi un autentico fermento di speranza nei vari ambienti, perché si possa costruire per l’intera città un futuro migliore. È questo il mio augurio per tutti alla vigilia di un nuovo anno, augurio che affido alla materna intercessione di Maria, Madre di Dio e Stella della speranza, Amen! 
                                                                                         X Guglielmo Borghetti, vescovo
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