Omelie del Vescovo per le s. Messe del Natale 2016

Il cuore di Betlemme

Omelia per la Messa della Notte di Natale“Mentre si trovava in quel luogo, si compirono per lei  i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio” (Lc  2,3) 1.Carissimi amici, è la Notte Santa, la Notte in cui celebriamo la manifestazione nella carne del Verbo Eterno del Padre, che nato da donna, si fa Uno di noi. Gesù nasce in uno spazio ‘altro’, in uno spazio ‘fuori’, perché non c’era spazio per lui dentro. Per questo motivo, sua madre lo adagia in una mangiatoia. Gesù è l’impotente, il ‘senza posto’, eppure è Lui il vero potente; si presenta come un bimbo indifeso, ma in questo bimbo, in questo Piccolo che ci è stato donato,  sta la salvezza del mondo intero. 2.L’antica tradizione pone la nascita di Gesù in una grotta; si discute tra gli studiosi, ma di certo è un’ipotesi verisimile; nella regione intorno a Betlemme è consuetudine l’uso di grotte come stalla. Della grotta della Natività, peraltro, possediamo una attendibile documentazione storico-archeologica che risale a San Giustino, martire del II secolo. Secondo Sant’Eusebio di Cesarea (265-340) – primo storico della Chiesa – nel 325 Costantino ispirato dalla madre Sant’Elena, fece costruire una basilica. “La piissima imperatrice ornò con magnifici monumenti il ricordo del parto della Madre di Dio, avendo cura di far risplendere in ogni maniera la grotta del parto, e poco dopo, l’imperatore onorò lo stesso ricordo con offerte regali aggiungendo alla liberalità di sua madre dei vasi d’oro e d’argento e tappezzerie ornate” (S.Eusebio di Cesarea). Origene, illustre filosofo e teologo greco antico (185- 254) afferma “In accordo con ciò che è scritto nei Vangeli, a Betlemme si mostra la grotta in cui nacque Gesù e dentro la grotta la mangiatoia dove fu deposto, avvolto in fasce” (Origene Contra Celsum, 1,51). Al pellegrino in Terra Santa è possibile ancora oggi vedere mosaici e colonne di questa basilica. La grotta costituisce la cripta dell’attuale Basilica/Santuario ed è il cuore della cittadina di Betlemme! 3. Il cuore di Betlemme! E’ il titolo di un piccolo saggio di Gilbert K Chesterton del 1922 che mi ha colpito e mi ha aiutato a meditare in questo Natale 2016, carico di trepidazioni e di sangue. In esso si parla di un ‘luogo sacro collocato nell’oscurità del sottosuolo”…la Gloria di Dio come oro posto sottoterra”. Nel 1930 Chesterton pubblicherà ‘L’uomo eterno’ in cui presenta le implicazioni antropologiche e teologiche del luogo scelto dal Figlio di Dio per entrare nella storia nascendo come uno di noi. “Cristo non soltanto era nato allo stesso livello dell’umanità, ma più in basso”… Anche Dio fu un uomo della caverna”: questo, per Chesterton, costituiva il segreto e la sintesi del Natale, la sua sconvolgente rivoluzione. La storia umana non era forse cominciata in caverne dipinte? Ebbene anche Dio ha voluto cominciare la Sua storia su questa terra allo stesso modo della sua creatura: “la seconda metà della storia umana, che fu come una nuova creazione del mondo, comincia pure da una caverna”. Il segreto che si celebra con questa nascita è “la rivolta contro un’enorme e inconscia usurpazione”: quella di tutti i poteri che a questo mondo ambiscono a prendere il posto di Dio nella vita dell’uomo. 4.“Nel mistero di Betlemme era il cielo che stava sotto la terra” (G. K Chesterton) e da quel momento nessun dominio o sistema puramente terreno potrà mai più spacciarsi per celeste, divino. Il cristianesimo è la storia di come il re legittimo è arrivato quasi in incognito, in uno spazio ‘altro’ e ci chiama tutti a una grande impresa di sabotaggio. Questa è la vera buona novella, quella della più grande operazione di riscatto della storia umana. Nella nascita in quella grotta segreta, “c’è anche l’idea di una postazione avanzata, di una feritoia nella roccia, di un’apertura sul territorio nemico. C’è in questa divinità sotterranea come un’idea di minare il mondo” (G.K Chesterton). Un Dio non solo bambino, ma anche dinamitardo di tutti gli schemi e i sistemi che umiliano e imprigionano con violenza quanto l’uomo ha di più prezioso. La filosofa Hannah Arendt (1906-1975), amerà in modo particolare le parole dello scrittore cattolico inglese e le riprenderà affermando da laica che “la fede e la speranza nel mondo trova la sua più efficace espressione nelle poche parole con cui il Vangelo annuncia la lieta novella: ‘Un Bambino è nato fra noi’!”. 5. “Il Signore dell’universo non è venuto in un palazzo, ma è venuto a nascere in un piccolo buco della terra” (San Girolamo) San Girolamo, traduttore della Bibbia in latino, la famosa Vulgata, trascorse circa quarant’anni della sua vita in una celletta del monastero costruito a Betlemme vicino alla grotta della Natività. A lui dobbiamo la meditazione che ancora oggi viene cantata dai Francescani, custodi del santuario, durante la processione giornaliera: “Ave Betlem casa del pane, dove è nato quel Pane che discende dal cielo. Ave Efrata, terra felicissima e fruttifera: Dio stesso è il frutto della tua fertilità… Betlem, ecco, in questo pertugio della terra è nato il creatore dei cieli. Qui fu avvolto in panni. Qui adagiato nel presepio. Qui visto dai pastori. Qui mostrato dalla stella. Qui adorato dai magi. Qui gli angeli cantarono dicendo Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà”. Nell’intimità e nel silenzio della Grotta, alla luce delle fiammelle delle lampade ad olio brilla solo l’argento della stella posta nel 1717 dai Francescani sotto l’altare. Sulla stella levigata dal tocco commosso di migliaia di mani e di labbra, i Francescani incisero in latino una semplice iscrizione in ricordo della nascita miracolosa: Hic de Maria Virgine Jesus Cnristus natus est. Noi in questa Notte Santa ripetiamo Hodie de Maria Virgine Jesus Christus natus est.  X Guglielmo Borghetti, Vescovo 

Omelia per la Messa del giorno di Natale 

1. Carissimi fratelli e sorelle, la nostra fede oggi ci ha radunato numerosi: l’Eterno Figlio del Padre, nasce nel tempo da una donna, Maria! “Colui che permane eterno al di là di ogni giorno, Colui che ha creato la successione dei giorni, ha la sua nascita in un determinato giorno” (S.Agostino, Discorso 369). Nasce oggi per noi il Salvatore e sorge su tutta l’umanità il vero Sole: Dio si è fatto uomo perché l’uomo si facesse Dio. Permettetemi di dilatare la meditazione odierna di questo grande Mistero per coglierlo in tutte le sue dimensioni; torneremo a casa più incoraggiati e con il cuore meno spaventato dalla paura del terrorismo, della violenza, delle guerre sempre più diffuse e pervasive; dalla paura per le calamità naturali vissuta con particolare forza in questi ultimi mesi e per la violenza del terremoto nel Centro Italia e per le piogge con relativi  danni ingenti al nostro territorio. E’ una paura quasi globalizzata, che ha anche cambiato il volto delle nostre città, persino della nostra amata Albenga. Torneremo a casa meno oppressi dalla paura della sofferenza, della malattia, della morte. Torneremo a casa meno smarriti nei labirinti esistenziali dai quali, a volte, sembra che non riusciamo ad uscirne. Natale di Gesù Cristo: muore la paura, nasce la Speranza! 2. Nel secolo XIV un grande mistico renano il Beato Giovanni Taulero (1300-1361), frate domenicano, in uno dei suoi Sermoni natalizi parla di una triplice nascita di Cristo. Lasciamoci guidare dal suo pensiero, semplice e lineare, profondo ed affascinante, a gustare e a vivere il Mistero della Natività che oggi celebriamo nella  gioia della fede. 3. ‘A quale degli angeli Dio ha mai detto: ‘Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato’ (Eb1,5). Le parole della Lettera agli Ebrei fanno riferimento alla nascita misteriosa del Figlio di Dio avvenuta nella Trinità, anzi che avviene nella Trinità, ‘generato, non creato, della stessa sostanza del Padre’: eternamente generatore il Padre, eternamente generato il Figlio nell’ eterna comunione d’amore che è una persona e si chiama Spirito Santo. Siamo nel cuore del mistero di tutti i misteri! La prima nascita del Figlio, il suo primo Natale, per così dire, è nell’eternità della Trinità, comunione assoluta d’amore. 4. ‘E il Verbo si fece carne è venne ad abitare in mezzo a noi’ (Gv 1,14). E questa è la seconda nascita del Figlio Eterno! Più di duemila anni fa in una grotta poco fuori di Betlemme, vero Dio, nasce da una Donna, Maria, come uomo: piccolo, marginale; la mamma lo depone in una mangiatoia e lo allatta come può; si è fatto piccolo in modo radicale; Lui che era Dio, Figlio Eterno del Padre, entra nella storia umana e sceglie l’ultimo posto, quel posto che non abbandonerà mai durante tutta la sua vita fino al Golgota: nasce marginale, morirà marginale. Il nostro Dio nasce piccolo, ‘fuori’ dai luoghi appropriati, nasce spoglio di potere; l’umiltà diventa la legge fondamentale del nuovo mondo che si inaugura a Betlemme. “San Macario, monaco del IV secolo e discepolo di sant’Antonio abate, per descrivere il mistero dell’Incarnazione, ricorse al verbo greco smikruno, cioè farsi piccolo quasi riducendosi ai minimi termini: «Udite attentamente: l’infinito, inaccessibile e increato Dio per la sua immensa e ineffabile bontà ha preso un corpo e vorrei dire si è infinitamente diminuito dalla sua gloria» (Hom. IV, 9: PG 34, 480). Il Natale, quindi, è la festa dell’umiltà amante di Dio, del Dio che capovolge l’ordine del logicamente scontato…In questo capovolgimento sta tutta la ricchezza della logica divina che sconvolge la limitatezza della nostra logica umana (cfr Is 55,8-9). Scrive Romano Guardini: «Quale capovolgimento di tutti i valori familiari all’uomo – non solo umani, ma anche divini! Veramente questo Dio capovolge tutto ciò che l’uomo pretende di edificare da sé» (Il Signore, Milano 1977, 404). Nel Natale noi siamo chiamati a dire «sì», con la nostra fede, non al Dominatore dell’universo e neppure alle più nobili delle idee, ma proprio a questo Dio, che è l’umile-amante.” (Francesco, Discorso alla Curia 22/12/2016), che si è fatto Uno di noi! 5. ‘A quanti lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio'(Gv 1,12) Dunque la prima e piú sublime nascita avviene quando il Padre celeste genera il Figlio unigenito nell’eternità divina. La seconda nascita, che oggi celebriamo è l’avvenimento della grotta di Betlemme. “La terza nascita avviene quando Dio ogni giorno ed ogni ora nasce veramente e spiritualmente in un’anima buona mediante la grazia e l’amore” (B.G.Taulero). Ogni istante ed ogni giorno c’è la nascita di Gesù in noi; siamo invitati a trasformare la nostra vita in una ‘mangiatoia’; siamo invitati a scegliere la via regale dell’umiltà del cuore, il Figlio Eterno nascerà in noi. ‘Se c’è una sola madre di Cristo secondo la carne, secondo la fede, invece, Cristo è il frutto di tutti’ (Sant’Ambrogio); dove c’è il rumore dell’io che reclama il suo prestigio, dove c’è la bramosia delle passioni che reclamano soddisfazione immediata, dove c’è altezzosità e supponenza, dove c’è corruzione del cuore, non c’è nascita di Cristo nell’uomo. Il grande Origene scrive ‘A che ti serve infatti che Cristo sia venuto un tempo nella carne, se non è venuto anche nella tua anima? Preghiamo dunque perché ogni giorno il suo avvento si compia in noi, onde possiamo dire: ‘Vivo, ma non più io; è Cristo che vive in me’ (Origene, In Lucam 22,3); affascina come a distanza di secoli un grande poeta e scrittore italiano, convertito, gli faccia eco: ‘Anche se Cristo nascesse mille e diecimila volte a Betlemme, a nulla ti gioverà se non nasce almeno una volta nel tuo cuore’. (Giovanni Papini). Si, ha ragione il grande Papini, Cristo può nascere mille volte a Betlemme, ma non servirebbe a niente se non nascesse anche nella  nostra vita. Vivere il Mistero del  Natale è farsi umili, semplici; è accettare che il Verbo Eterno fatto uomo sia adagiato nella grotta, nel più profondo del nostro essere, è lasciare che nasca in noi trasformandoci in Lui scegliendo con Lui volentieri l’ultimo posto e scegliere con Lui quelli che non hanno scelto l’ultimo posto, ma ci sono per circostanze infauste della vita; a lui non basta la nostra ammirazione, desidera che lo accettiamo e lo accogliamo,  non un’ora ogni tanto, né soltanto in Chiesa, ma nella quotidianità della nostra vita. È così che si vive il Natale! Questo bambino non nasce nel Tempio, ma nella ferialità della vita che tutti ci caratterizza. Non nasce nella regale Gerusalemme, ma nell’umile periferia di Betlemme: ‘fuori posto’. Nasce dentro la periferia della nostra ‘Betlemme’ quotidiana, nella vita più umile, meno appariscente, quella che viviamo ogni giorno; proprio perché è nella quotidianità che io soffro, parlo, decido, agisco. La periferia della mia ‘Betlemme’, è il luogo dell’incontro di Dio con l’uomo, della solidarietà di Dio con gli uomini. ‘La presenza di Dio in mezzo all’umanità non si è attuata in un mondo ideale, idilliaco, ma in questo mondo reale, segnato da tante cose buone e cattive, segnato da divisioni, malvagità, corruzione, povertà, prepotenze e guerre. Egli ha scelto di abitare la nostra storia così com’è, con tutto il peso dei suoi limiti e dei suoi drammi’ (Papa Francesco). 6. Nel Natale Dio si rivela non come uno che sta in alto e che domina l’universo, ma come Colui che si abbassa, discende sulla terra piccolo e povero;  ciò  significa che per essere suoi discepoli dobbiamo seguire la sua ‘via’: abbassarci, metterci al servizio, farci piccoli con i piccoli e poveri con i poveri. Il cristiano è chiamato al servizio, è chiamato ad abbassarsi, è chiamato all’amore umile e discreto, semplice ed efficace. Dio nasce in me, dunque con me nasce un Cristo, quel Cristo che oggi tutti possono incontrare e vedere. 7. Un grande rischio per noi cristiani è pensare Gesù in astratto, vicino a noi ma non proprio dentro di noi; un Gesù che segue la nostra vita in modo collaterale, ma che non l’afferra completamente e dal quale non ci lasciamo afferrare. Un po’ ci spaventa che Cristo trasformi la nostra vita, che nasca davvero in noi. ‘Che tutti possiamo preparare un posto in noi per questa nobile nascita, così da diventare una vera  madre spirituale. In ciò Dio ci aiuti. Amen.’ (B.G.Taulero). X Guglielmo Borghetti, Vescovo
Facebooktwitterrssyoutube