E’ stato un pomeriggio “fuori porta” quello dell’Epifania per Monsignor Guglielmo Borghetti, Vescovo di Albenga-Imperia: ha presieduto, infatti, l’Eucarestia, nell’ambito della trentaduesima edizione del Presepe Vivente, nella Chiesa Parrocchiale di N. S. Assunta di Bacelega, nel comune di Ranzo, piccolo centro in Valle Arroscia, ad una ventina di chilometri da Albenga ed una trentina da Imperia, del cui territorio provinciale costituisce avamposto a levante.
Questa iniziativa, che coinvolge, in tutte le età, la comunità parrocchiale di Ranzo e Bacelega, insieme anche a bambini, ragazzi e famiglie di altre realtà della Valle Arroscia, ha visto, a partire dalle 16, intorno alla Chiesa Parrocchiale dell’Assunta, in un contesto accuratamente allestito, proporre le attività e le ricette che un tempo caratterizzavano l’Entroterra ligure, mentre durante la Santa Messa, presieduta dal Vescovo, hanno compiuto il loro ingresso nel Presepe allestito in chiesa i bambini del paese, i più piccoli vestiti da angioletti, i più grandicelli riproducendo in miniatura i mestieri di un tempo ed infine i Magi.
«Voi bambini e ragazzi- ha detto il Vescovo nell’omelia- ci avete visti non distratti, ma concentrati, ad arricchire la partecipazione alla realtà dell’Eucarestia con questa rappresentazione che, attraverso la vostra semplicità, attraverso il vostro candore, ci proietta a focalizzare la nostra attenzione sul messaggio che arriva dalla grotta di Betlemme e da quanto ci comunica la Parola di Dio che ci viene proposta in questa solennità dell’Epifania»
«Guardando i bambini di oggi – ha proseguito Borghetti – non possiamo non pensare agli adulti di domani: di Gesù sappiamo che ne è stato, di loro non sappiamo che ne sarà, quel che sarà il loro futuro, e il loro futuro dipende da noi adulti; per questo penso, davanti a questi bambini e questi ragazzi, alla centralità della questione dell’emergenza educativa»
«E l’educazione- ha ancora riflettuto il presule ingauno- per noi credenti non può prescindere, e questo anno giubilare ce lo ricorda, dal “principio-speranza”, il cuore di quell’umanità “divinizzata” dall’incarnazione del Figlio di Dio che contempliamo in questo Presepe».
Nel clima di inizio dell’anno giubilare, peraltro, ha aperto il pomeriggio la benedizione della rinnovata Croce posta sul bivio della strada adiacente la Chiesa Parrocchiale a ricordo del presente e dei passati “Giubilei”.
Soddisfatti gli organizzatori, guidati dal Parroco, Don Marek Michalski: «più di trent’anni ormai di “Presepe”- dicono – sono un bel traguardo, che abbiamo raggiunto, con tutta la fatica, per lo sforzo che coinvolge una piccola comunità come la nostra, ma anche con la gioia di cercare di offrire quello che possiamo, che poi Qualcuno moltiplica: non pensavamo che la nostra proposta di un gruppetto di allora giovani per animare e vivacizzare un po’ le feste natalizie in parrocchia arrivasse fin qui»
«La presenza del nostro Vescovo- proseguono- che, per la seconda volta (la prima era stata all’Epifania 2018), ha condiviso con noi questo momento di preghiera e di festa ha proiettato in una dimensione più ampia questa nostra iniziativa, con cui proviamo a raccontare l’umanità e l’ umiltà con cui i nostri nonni si dedicavano al lavoro e sapevano gustare la bellezza dello stare insieme»
«Sono tracce- concludono- di un Vangelo “contadino” vissuto nella semplicità, che è tesoro prezioso ed attuale che ci viene donato ed affidato ai nostri cuori e alle nostre mani, per renderlo concreto e condividerlo giorno dopo giorno».